Giovedì all’Arci conferenza sul Muos di Niscemi. Interverrà Antonio Mazzeo

Un dibattito pubblico per spiegare cos’è il Muos. Per chiarirne significato, rischi e motivazioni del movimento che gli si oppone. Interverrà come relatore d’onore il giornalista e scrittore Antonio Mazzeo, autore del libro: “Un eco Muostro a Niscemi”. Mous è l’acronimo di Mobile User Objective System, sigla che indica il nuovo sistema di telecomunicazioni satellitari ad esclusivo uso e consumo delle forze armate statunitensi. Uno dei quattro terminal terrestri di questo progetto sta per essere installato a Niscemi, in provincia di Caltanisetta. Proprio nel cuore,tra l’altro, di un’incantevole riserva naturale. Il movimento spontaneo che dice No al Muos, per rilevanti motivi ambientali oltre che etici, ha preso le mosse dal comune di Niscemi e si è propagato già da tempo in tutta la Sicilia, fino a sfilare nelle strade della capitale. A Messina entro ieri sera è stato possibile firmare contro la realizzazione di quello che gli attivisti chiamano “l’eco Muos-tro”, ma nell’opinione pubblica ancora se n’è parlato poco e molti concittadini non sanno neppure a cosa corrisponda la strana sigla “Muos”. Per questo giovedì 20 settembre alle 17,30 nella sede del circolo Arci Thomas Sankara di Messina, Antonio Mazzeo metterà a disposizione la conoscenza raccolta nelle inchieste sull’argomento che tanto l’hanno impegnato in questi ultimi mesi – come testimoniano i numerosi articoli che si possono leggere direttamente nel blog ufficiale dello scrittore. “La lotta contro il Muos ha a che fare direttamente con la vita di ognuno di noi” – dichiara Gino Sturniolo, attivista No Ponte della prima ora e membro del Laboratorio Luogo Comune –“ I grandi investimenti bellici hanno segnato le politiche di guerra di questo inizio di millennio e dilapidato enormi risorse pubbliche strappate al welfare”. Un’occasione importante, insomma, per informarsi su un argomento tanto complesso quanto serio, in cui aleggia il concreto pericolo che forze militari esterne vogliano trasformare la nostra isola in una letale testa di ponte nel Mediterraneo per le guerre del XXI secolo.
(Eleonora Corace)