Renato Accorinti e Noam Chomsky dicono No al radar USA. Corteo a Niscemi

Tutti a Niscemi. Salirà sul pullman in partenza da Piazza Duomo alle 11:00 il sindaco Renato Accorinti, aderendo così alla manifestazione Nazionale contro il Muos- acronimo di Mobile User Objective System – che le forze armate americane progettano di istallare nel cuore della riserva naturale limitrofa alla città di Niscemi. Con il sindaco pacifista ed antimilitarista della prima ora, si schiera contro il Muos anche l’intera amministrazione, quattro consiglieri comunali di Cambiamo Messina dal Basso compresi. Alcuni saranno presenti, al fianco del sindaco, alla manifestazione di Niscemi, altri sono impossibilitati ad andare, ma tutti sono uniti nel dire No all’antenna satellitare statunitense. Per questo è stata elaborata una delibera di giunta dove l’amministrazione comunale dichiara la sua contrarietà al Muos. La delibera, in cantiere già da diversi giorni, è stata nuovamente discussa nel corso di una riunione questo pomeriggio. Imminente, dunque, la sua presentazione. “Sono sempre stato antimilitarista e ho sempre sostenuto il movimento contro il Muos – ha dichiarato il sindaco tra una visita alla discarica di Mazzarà e un vertice con Messinambiente ed Ato3 – “anche se c’è chi mi accusa di essere tiepido nei confronti di questo argomento. Ieri ho parlato con il Presidente Rosario Crocetta, che ha ribadito di essere a sua volta contrario al Muos, ma ha spiegato le motivazioni che l’hanno portato a revocare la precedente revoca. Tornerò a parlare con lui, intanto sono alla manifestazione a Niscemi”.

Quello che si spera di ottenere, tra l’altro, è un “effetto domino in tutta la provincia”. È ciò che spiega il consigliere di Cambiamo Messina dal Basso, Nina Lo Presti: “La presa di posizione contro il Muos è un segnale di solidarietà da mandare a Niscemi, un monito da inoltrare a Palermo e un invito per tutti gli altri comuni della Provincia, ma anche dell’intera Sicilia”. La Lo Presti, che andrà a Niscemi, proverà, inoltre, ad applicare la locandina di “posto vuoto” – l’iniziativa contro il femminicidio che invita a lasciare un posto vuoto per commemorare tutte le donne uccise – sul pullman e annuncia che verrà presentata una delibera contro il Muos anche al consiglio comunale.

A Niscemi anche il Movimento Città Aperta di Barcellona Pozzo di Gotto, che aderisce all’iniziativa con l’intento di difendere “la ferma e netta posizione dei cittadini e delle cittadine siciliane contro un’opera militare che, oltre a deturpare l’ambiente e a provocare danni alla salute dei residenti, rappresenta l’ennesima concessione alla guerra che lo Stato italiano permette”. La delibera di giunta, d’ ispirazione pacifista, punta il dito contro l’essenza bellicosa del Muos, destinato ad essere un sofisticato strumento di morte nel Meditterraneo.

“Il Movimento che si oppone al Muos, si oppone ad una base di guerra – spiega il consigliere di Cambiamo Messina dal Basso Gino Sturniolo – una guerra, tra l’altro, automatizzata, in cui il fattore umano viene totalmente azzerato e messo da parte come un elemento poco affidabile, che rischia costantemente di mandare in tilt il sistema tramite fastidiosi inconveniente quali possono essere le emozioni, la pietà… Per questo noi saremmo sempre contro il Muos, indipendentemente dai risultati dei rilevamenti sull’impatto ambientale”. Impatto ambientale che l’Istituto Superiore di Sanità ha dichiarato minimo, in contrapposizione, però, con altre ricerche. Come quella del Professore della Sapienza di Roma, Marcello D’Amore e quella dei fisici Massimo Zucchetti e Massimo Coraddu del Politecnico di Torino, dalla quale risulterebbe che:, “le onde elettromagnetiche emanate dal MUOS si diffonderanno per oltre 135 chilometri, con il serio rischio di causare gravi malattie degenerative quali leucemia e cancro tra la popolazione locale. L’area, inoltre, è già inquinata da 46 antenne installate nella base militare. Infine, il raggio principale delle microonde emesse dalle antenne aumenterebbe in maniera significativa il rischio di interferenze accidentali con gli aeroplani e potrebbe causare incidenti persino a decine di chilometri di distanza. Questi rischi sono stati riconosciuti in una sentenza del TAR siciliano, che ha ratificato una sospensione del progetto”.

Per ricapitolare il quadro in cui si inserisce il movimento di opposizione al Muos, facciamo un piccolo passo indietro: il Muos è un progetto promosso dalla US Navy, che comprende quattro stazioni terrestri. Tre sono già operative, in aree desertiche della Virginia, Australia e Hawaii. La quarta dovrebbe essere proprio quella di Niscemi , nella riserva naturale chiamata Sughereta. “Il MUOS è un sistema di ultima generazione di comunicazione militare satellitare ad altissima frequenza: ha lo scopo di migliorare in maniera significativa le comunicazioni tra forze militari statunitensi in movimento e di facilitare l’utilizzo di droni sull’intero pianeta. La stazione di Niscemi sarà equipaggiata con tre antenne paraboliche del diametro di 18.4 metri, che trasmetteranno in microonde, e due antenne elicoidali di 149, che trasmetteranno in spettro UHF”. Quelle virgolettate sono citazioni tratte da una nota di Cinzia Arruzza, una messinese che insegna a New York. E proprio dall’America arriva, inaspettatamente, prende le mosse una raccolta firme contro il Muos di Niscemi. Hanno aderito alla nota di Cinzia Arruzza,, infatti, diversi professori ed esponenti del mondo intellettuale statunitense. Primo firmatario il grande filosofo e teorico della comunicazione, Noam Chomsky. ” Il progetto MUOS e la militarizzazione della Sicilia non sono nell’interesse dei cittadini e delle cittadine americani” – si legge nella nota ufficiale – . Esprimiamo la nostra piena solidarietà con la società civile siciliana in protesta contro il MUOS”. Dopo essersi estesa a livello nazionale, la battaglia contro il radar militare si innesca al di là dell’Atlantico. (Eleonora Corace)

Di seguito le firme:

Linda Alcoff (CUNY) Stanley Aronowitz (CUNY) Richard Bernstein (New School for Social Research) Jay Bernstein (New School for Social Reasearch) Johanna Brenner (Portland State University) Robert Brenner (UCLA) Noam Chomsky (MIT) Mike Davis (UC Riverside) Kevin Floyd (Kent University) Nancy Fraser (New School for Social Research) David Graeber (London School of Economics) Michael Hardt (Duke University) Chris Hedges (The Nation Institute) Nancy Holmstrom (Rutgers University) Paul Kottman (New School for Social Research) Charles Post (CUNY) Dick Walker (UC Berkeley) Cornel West (Union Theological Seminary)