Coro unanime contro i tagli sullo Stretto. Crocetta scrive a Lupi e Garofalo si rivolge a Fs

Ieri era stata la volta dei sindacati. In mattinata erano arrivate le prime reazioni da parte del sindaco Accorinti e dell’assessore Pino, che avevano subito chiamato in causa la deputazione messinese e tutta quella siciliana. Nel primo pomeriggio, si è levata la voce del massimo esponente regionale, il presidente Rosario Crocetta, che ha inviato una nota al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Maurizio Lupi, con la quale chiede un incontro urgente per discutere della grave situazione che si sta creando nel campo dei trasporti ferroviari in Sicilia, a causa dell'eliminazione dei treni di collegamento con il nord. “I tagli – sostiene il presidente – penalizzano pesantemente le comunicazioni da e verso la Sicilia, danneggiando fortemente il turismo. Per questa ragione è stato richiesto un incontro urgente al ministro dei Trasporti, per cercare di bloccare quest'ulteriore misura penalizzante per lo sviluppo economico della Sicilia”.

Ovviamente non si tratta solo di problemi legati al turismo, ma di lavoro e di spostamento di migliaia di siciliani che periodicamente percorrono in treno l’Italia da sud a nord e viceversa. Lo sa bene il deputato nazionale messinese Vincenzo Garofalo, che ha subito scritto all’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, Michele Mario Elia, per chiedere un incontro che immediato che faccia chiarezza sulle intenzioni della società. Il fatto grave è che ieri siano venute fuori notizie stabilite lo scorso 23 dicembre, all’oscuro di tutti. “Trattandosi di notizie riportate – scrive Garofalo – ritengo sia indispensabile e urgente una comunicazione ufficiale di Ferrovie dello Stato per confermare o smentire quanto è apparso negli articoli. Non permetteremo che si facciano passi indietro. Nel corso di ogni incontro con Fs – ribadisce Garofalo all’ing. Michele Mario Elia -, il ministro ha sempre posto come requisiti irrinunciabili di qualsiasi Piano di riorganizzazione aziendale nell’Area dello Stretto il mantenimento dell’attuale livello occupazionale e il miglioramento dei servizi resi agli utenti siciliani da decenni penalizzati da un’offerta che è ben lontana dal raggiungere livelli accettabili di efficienza. Se le notizie diffuse corrispondessero al vero risulterebbe tradita l’intera linea indicata dal Governo e il piano non potrebbe in alcun modo essere accettato”.

Stupore e indignazione anche da parte del deputato regionale Nino Germanà, che chiede al ministro Lupi di intervenire subito affinché Rfi torni sui propri passi al più presto. “In un Paese civile non può esistere una situazione simile, specie considerati gli oltre 3 miliardi di finanziamenti stanziati in Sicilia a beneficio delle ferrovie: parliamo di soldi pubblici, denaro di quegli stessi cittadini a cui oggi si nega un diritto come se non fosse tale. La condizione dei trasporti ferroviari, e non solo, in Sicilia è disastrosa e inadeguata al soddisfacimento delle esigenze di un territorio che è abitato da oltre cinque milioni di cittadini, nonché frequentato da un alto flusso di turisti stagionali. La giusta e ovvia direzione da intraprendere dovrebbe essere la valorizzazione e il miglioramento delle condizioni delle infrastrutture e dei mezzi, non certo la loro riduzione o cancellazione drastica. La Sicilia non ha più intenzione di rimanere inerme a guardare mentre si prosegue l'azione di svalorizzazione e noncuranza da troppo tempo ormai in essere. I siciliani – conclude il deputato – sono italiani e contribuenti come i cittadini di tutte le altre regioni. E’ tempo di dire basta a questi che sono veri e propri soprusi, trattamenti ingenerosi e assurdi che sottolineano le differenze tra una parte e un'altra dell'Italia, spaccando il Paese a metà, e di pretendere che i nostri diritti e la nostra voce pesino quanto quelle degli altri”.