Arresto De Luca: la voce di chi a Fiumedinisi denunciava da tempo

Il caso è scoppiato ieri, gli arresti domiciliari convalidati lunedì sera. Il deputato regionale Cateno De Luca, fondatore del movimento Sicilia Vera e noto per i suoi modi, a volte inusuali, di combattere battaglie politiche, è indagato per il reato di tentata concussione e falso in riferimento alla propria attività amministrativa come sindaco di Fiumedinisi.

Tra le attività presunte illecite (vedi qui) che De Luca avrebbe commesso, la Polizia Municipale ha puntato l’indice sulla costruzione, all’inizio del 2007, di una muraglia nel greto del Nisi presentata dall’esecutivo comunale come un’opera di protezione dell’abitato dalle possibili esondazioni del torrente, ma che secondo l’ipotesi accusatoria servi in realtà a tutelare l’imponente albergo dei fratelli De Luca che stava sorgendo in contrada Vecchio. L’indagine è partita a seguito di alcune denunce presentate dal Wwf e soprattutto da alcuni consiglieri di minoranza del centro jonico. Dopo alcuni infruttuosi tentativi di bloccare in via amministrativa l’inizio dei lavori delle cosiddette “difese spondali”, nell’ottobre 2008 i rappresentanti dell’opposizione presentarano un esposto/denuncia alle procure di Messina, Roma e Palermo, rappresentando fatti e circostanze, tra l’altro già di pubblica notorietà.

«Abbiamo illustrato le modalità di costruzione, in palese difformità rispetto alle prescrizioni regionali, di un muro di argine in cemento armato di fronte al centro abitato – ci spiegano -, progettualmente rappresentato a protezione del sito storico, mentre, con molta evidenza, appariva ed appare a difesa di proprietà di terreni di società del sindaco o di persone fisiche o giuridiche a lui riconducibili, sui quali è stato programmato un nuovo sito turistico/residenziale ad alto rischio idrogeologico (R4), finora costato complessivamente circa dieci milioni di euro». Gli investigatori, tra l’altro, hanno evidenziato come la struttura doveva in realtà essere costruita con gabbie in pietra, così com’era stata autorizzata dal VIA – PAS ( valutazione impatto ambientale e valutazione strategica) della Regione Siciliana. Invece fu innalzata in cemento armato, in difformità cioè rispetto alle autorizzazioni ottenute da Palermo.

Per quanto a conoscenza dei consiglieri, l’esposto da loro prodotto si interseca con altri esposti e denunce, antecedenti e successive, presentate da alcuni cittadini di Fiumedinisi per violazione del diritto di proprietà. Il gruppo consiliare, inizialmente composto da cinque componenti, oggi è formato da Francesco Repici, Orazio De Francesco, Nino Maisano e Gaetano Ricca. In chiusura, i quattro ci tengono a precisare: «Non abbiamo mai mancato di attenzionare, sempre con spirito costruttivo e mai personalizzando le criticità denunciate, l’azione del sindaco, della giunta e del consiglio comunale sui rischi di natura giudiziaria e patrimoniale cui si poteva andare incontro portando avanti iniziative in palese contrasto con la realtà, anche coniugate con commistioni tra pubblico (comune) e privato (Fenapi e satelliti) che, alla fine, avrebbe potuto compromettere la sopravvivenza della comunità. È stata persino palesata in più occasioni, sempre senza successo, una disponibilità collaborativa di questo gruppo onde cercare di risolvere, almeno in parte, le criticità evidenziate». Null’altro i consiglieri, per il momento, ritengono di aggiungere. (Emanuele Rigano – foto Giovanni Isolino)

IN BASSO ALTRI ARTICOLI SULL’ARGOMENTO