I sindacati rispondono a muso duro all’appello del CdA. Non c’è l’accordo

“Se veramente il C.d.A. e la dirigenza volessero dare un fattivo contributo, per costruire piuttosto che distruggere, e lavorare per salvare il Teatro di Messina, così come affermano, non dovrebbero far altro che rassegnare le dimissioni. Presidente, C.d.A. e Sovrintendente, tutti e da subito. Eviterebbero, così, di compromettere anche la prossima stagione artistica e libererebbero finalmente la città, i lavoratori, gli abbonati e gli amanti della cultura, della loro ingombrante ed inconcludente presenza”.

E’ la risposta, di certo non conciliante, di Cgil, Uil, Fials e Sadirs, all’appello lanciato ieri dal Consiglio d’Amministrazione dell’Ente Teatro Vittorio Emanuele.

“Da sempre – scrivono le organizzazioni sindacali – abbiamo contrastato i tagli lineari che i vari governi regionali hanno inflitto, negli anni, al teatro di Messina. Le proteste che si sono tenute hanno visto solo la presenza dei lavoratori, senza quel supporto “materiale” che solo oggi, questa dirigenza propone, volendosene assumere la paternità della proposta”.

Domani, a meno di improbabili cambiamenti di rotta, non andrà in scena la prima del Rigoletto, e i sindacati respingono al mittente le attribuzioni di responsabilità per la perdita economica e di immagine. “L’immagine del Vittorio – scrivono – è già stata fortemente, e da tempo, compromessa dall’incapacità dimostrata dal CdA nel gestire l’ordinario (progettualità e sviluppo, redazione di bilanci consuntivi, gestione artistica del settore musica, gestione del personale, gestione e mantenimento del bene immobile Teatro e tanto altro ancora). Lo sciopero è stato indetto per questi motivi e per causa della dirigenza, che ha minato il teatro sin dalle fondamenta, attraverso una gestione superficiale ed irresponsabile, di cui i risultati sono sotto gli occhi della città e che, con il perdurare della loro gestione, faranno veramente saltare il teatro ed i suoi lavoratori”.

Cgil, Uil, Fials e Sadirs, infine, precisano un altro aspetto: “Mentono, sapendo di mentire, nell’attribuirsi meriti rispetto all’esito positivo che la trasferta del presidente, a Palermo, avrebbe sortito. Lo svincolo delle somme, riferite alla seconda semestralità per l’anno 2011 ed a seguito della produzione del bilancio consuntivo del 2010, decise dell’Assessorato competente, è avvenuta sì nella stessa giornata del 15, ma solo perché era già stata deliberata nei giorni antecedenti. Crediamo che la “trasferta” sia stata organizzata in quella giornata perché a conoscenza dell’atto che sarebbe stato redatto e per potersene assumere i meriti”.