I renziani su crisi e primarie: “E’ una guerra tra bande. Al Congresso ci peseremo”

E’ nato oggi il Big Bang Messina e tra due settimane è previsto il primo incontro pubblico aperto a tutti, aperto soprattutto a quanti, negli ultimi anni in Italia, delusi o stanchi del Pd se ne sono allontanati o non si sono avvicinati. L’associazione Big Bang che fa riferimento a Matteo Renzi e si sta diffondendo a macchia d’olio, è nata proprio per questi, per i “futuri Pd”, per “quelli che…questo Pd non gli piace ancora”. In provincia di Messina sono una trentina finora i Big Bang, da Patti a Capo d’Orlando passando per la zona jonica e continuano a registrare le adesioni di amministratori e simpatizzanti.

“Chi entra a far parte del Big Bang non deve essere un tesserato- spiega Francesco Palano Quero- e può non diventarlo. Condivide un progetto di partecipazione, poi può decidere se iscriversi al Pd o meno. Noi speriamo che sia l’inizio per un cambiamento vero del partito, anche a Messina”.

All’incontro di presentazione oggi erano presenti anche Filippo Cangemi, Giacomo D’Arrigo e Alessandro Russo, insieme a quanti coordineranno il Big Bang Messina.

Da Roma a Palermo il clima in casa Pd è reso torrido dalla febbre Congressuale, così da un lato si registrano adesioni a valanga al progetto di Renzi e dall’altro la fregola è tale che in Sicilia si è arrivati alla guerra di tutti contro tutti trascinando partito ed elettori nella confusione. Da un lato c’è la vecchia classe dirigente che non vuole mollare e si arrocca in cerca di lidi “tranquilli”, dall’altro c’è la corsa al carro dei vincitori, nella speranza di far cadere quanti sono lì sin dalla prima ora.

Alla vigilia dei Congressi quindi la crisi alla Regione pesa, e non poco, anche sui rapporti tra il Pd regionale e quello (anzi quel che resta) messinese. I Congressi provinciali si terranno tra la fine di ottobre e la prima metà di novembre, mentre il Congresso regionale sarà entro fine marzo. Nel mezzo c’è il Congresso nazionale e le primarie dell’8 dicembre.

Ecco perché qualsiasi discorso non può prescindere dalle scosse che stanno che sta attraversando il Partito siciliano. I renziani corrono e tirano dritto in un percorso di rinnovamento avviato due anni fa. A Messina, regno di Bersani fino alle primarie del dicembre 2012 e di Genovese, il Congresso provinciale sarà la cartina di tornasole delle ultime vicende.

“Stiamo ragionando in vista della stagione congressuale- spiega Alessandro Russo- Noi chiediamo una netta discontinuità con la gestione passata. Condivideremo quindi un percorso con quanti, come noi, anche di altre aree hanno sofferto sulla propria pelle il non accettare quel sistema e con quanti hanno la nostra stessa voglia di azzerare e ricominciare”.

L’elemento che cementerà le alleanze con civatiani, Territori democratici, ex genovesiani, sarà quindi la discontinuità anche nelle candidature. L’esercito dei renziani dell’ultima ora sarà “pesato” sulle scelte che, obbligatoriamente, saranno fatte da ottobre fino a marzo. Ad una eventuale candidatura di Felice Calabrò alla segreteria provinciale i renziani & c punteranno su altri nomi. Lo stesso vale a livello regionale dove la guerra è ormai senza quartiere.

“In 2 mesi il segretario regionale del Pd Lupo è passato dal sostegno spudorato a Crocetta all’opposizione- continua Russo- Ma negli stessi 2 mesi Lupo in quanto reggente del Pd messinese non ha mosso un dito. Ci rivolgeremo al Pd nazionale o ci autoconvocheremo. Prima di sfiduciare un governatore eletto anche con i nostri voti avrebbe dovuto ascoltare la base. Invece hanno deciso in 54, questa è la Rivoluzione della Conservazione fatta dagli stessi che erano in prima fila con Lombardo”.

Che sia un problema solo di poltrone è apparso chiaro e su questo punto sia Felice Calabrò che i renziani difendono a spada tratta l’assessore messinese Nino Bartolotta, “Ha dimostrato grande competenza e capacità ed interesse per la città” dichiarano, ribadendo tutti che nella futura giunta regionale Messina non dovrà essere penalizzata. “Chi ha lavorato bene deve restare- ha detto Calabrò- per me l’assessore Bartolotta è l’assessore messinese. E Lupo sappia che il Pd messinese esiste e chiederà che nella prossima giunta ci sia un messinese. Bartolotta”.

L’ex candidato sindaco tira una frecciata ad Accorinti “spiace vedere che nel comunicato sulla crisi il sindaco abbia scordato quanto ha fatto ogni giorno l’assessore Bartolotta per portare l’attenzione della Regione ed i fondi a Messina”.

Anche per i renziani quanto sta accadendo a Palermo è una guerra per le poltrone e per i futuri assetti regionali, perché è chiaro già adesso che la stanza dei bottoni cambierà volti e chi si muove lo fa per cercare di restare in piedi.

“L’ho detto più volte- ha concluso Giacomo D’Arrigo- questa classe dirigente regionale è una foto vecchia e in bianco e nero, destinata ai ricordi. Poi, sulla crisi, per dirla alla francese è una guerra tra bande per le poltrone”.

Se Quero sottolinea l’importanza della nascita dei Big Bang come strumento di partecipazione e riavvicinamento al Pd, i discorsi sono inevitabilmente legati ai Congressi e alla crisi. Tra due settimane ci sarà l’incontro pubblico dei Big Bang messinesi e sarà l’occasione per ricordare quel progetto di Matteo Renzi che è lo stesso di un anno fa, ma un anno fa era il nemico da abbattere.

Sulla crisi alla Regione interviene con una nota anche l’area Territori Democratici ricordando come gli iscritti al Pd “non possono essere ridotti al ruolo di tifosi solo durante le primarie, ma devono essere coinvolti nella politica del partito. Non è pensabile chiedere ai militanti di dividersi tra i sostenitori del Governo Crocetta e quelli del gruppo dirigente. Il Pd ascolti la base e ponga sul tappeto, non una battaglia per il rimpasto, ma contenuti e proposte. Crocetta non si riduca ad essere il leader di un movimento ma si convinca che il sostegno del Pd è fondamentale. Basta personalismi e tatticismi: l’occasione di un governo dei progressisti in Sicilia è un’opportunità che nessuno si può permettere di sprecare”.

Rosaria Brancato