Una storia raccontata in fuori sincrono

Quasi una naturale prosecuzione della 61esima edizione del Taormina Film Fest, l’edizione 2015 dei Nastri d’Argento si presenta dimessa e silenziosa, in un clima in cui riecheggia l’eco dell’assenza e forse, delle occasioni perdute. A fare gli onori di casa, come sempre, la giornalista Laura Delli Colli, impegnata a tenere una conferenza stampa dai toni intimi, disertata da gran parte dei premiati ad eccezione dagli abituè Claudio Amendola e Serena Autieri, del fotografo Douglas Kirkland (Nastro alla carriera) e di un Elio Germano che giunge in ritardo.

Youth” di Paolo Sorrentino si aggiudica il premio per la miglior regia, per la fotografia di Luca Bigazzi e il montaggio di Cristiano Travaglioli, mentre “Anime nere” di Francesco Munzi si aggiudica i Nastri per la produzione (Cinemaundici dei Musini), montaggio e sceneggiatura (di Munzi, Ruggirello, Braucci). Tris di Nastri anche per “Il racconto dei racconti” di Matteo Garrone, per i costumi di Massimo Cantini Parrini della sartoria Tirelli, per il sonoro in presa diretta (Maricetta Lombardo) e le scenografie di Dimitri Capuani. Migliore attrice protagonista Margherita Buy per “Mia madre” di Nanni Moretti. Tra le sorprese dell’anno, la commedia di Edoardo Leo “Noi e la Giulia” che vede premiato, come miglior attore non protagonista, Claudio Amendola, mentre il Nastro per il migliore film dell’anno va “Il giovane favoloso”. Momento di autentica dolcezza l’assegnazione del Premio Manfredi, per la prima volta assegnato ad una donna, l’attrice romana Paola Cortellesi.

Della serata a Teatro pochi momenti di spettacolo e una imbarazzante desolazione alternata tra videomessaggi degli ospiti latitanti (da Micaela Ramazzotti a Greg di Lillo e Greg, per intenderci) e stralci di proiezioni dei film premiati con clamoroso fuori sincrono del doppiaggio. Un disguido tecnico che racconta, più di mille parole, la decadenza di una evento un tempo glorioso.

Giuseppina Borghese