“Appare la stella, s’apre il cammino”, il messaggio dell’Arcivescovo

“Miei cari fratelli e amici, permettetemi ancora di entrare nelle vostre case per portarvi l’espressione dell’affettuosa vicinanza, l’augurio fraterno e l’invito a vivere il Natale nel segno della luce e della speranza.

E’ drammaticamente vero, viviamo tempi difficili: ci preoccupa non poco la situazione in cui versano le istituzioni cittadine, la chiusura di attività commerciali e lavorative, lo stato di precarietà di molti lavoratori; ci angustiano i luoghi del bisogno, sempre più numerosi, che sono le case delle nostre famiglie, per l’assenza di lavoro, i mutui, gli affitti, diventati spesso ostacoli invalicabili. Lo sgretolarsi di nuclei familiari, lo stato di abbandono degli anziani e degli ammalati, l’emarginazione e lo sfruttamento degli immigrati, la recrudescenza di fatti mafiosi e malavitosi, il dilagare della violenza, dell’illegalità e della volgarità, la percezione di impotenza e di insicurezza di tanta gente, contribuiscono non poco a minare la speranza.

Eppure il Natale è memoria di un evento carico di gioia e di liberazione: “è apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini”. A Betlemme, Dio è venuto in mezzo a noi, si è fatto uno di noi: “Non temere, dunque,… non lasciarti cadere le braccia… il Signore in mezzo a te è un salvatore potente”. Non siamo soli, fratelli, a lottare contro le difficoltà e le avversità. Il Natale ci insegna a confidare nel Signore, ma anche a valutare la crisi come opportunità, a rivedere cioè il nostro stile di vita e ridisegnare gli ideali per cui vivere, “a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà” (San Paolo nella lettera a Tito).

Urge, miei cari amici, un sussulto morale e spirituale, personale e collettivo, per non cedere alla rassegnazione, per non smarrire i valori e le azioni che meglio esprimono la dignità umana: la fiducia e la speranza, la condivisione e la partecipazione, la solidarietà e la fraternità. Non possiamo escludere, infatti, tra le cause della crisi globale, il ripiegamento su se stessi, la chiusura nei propri interessi e l’esclusione degli altri dalla propria vita. E’ urgente coltivare la consapevolezza e l’impegno per il bene comune, costruire uno stile di vita più sobrio, solidale e pacifico; gli altri, l’anziano e l’ammalato, il povero e l’immigrato, non esistono per toglierci qualcosa, ma per essere accolti e amati.

Il Bambino Gesù adagiato sulla mangiatoia non è semplice icona; è il dono di un Dio che non si dimentica di noi, che vive in mezzo a noi, che cammina e soffre con noi. Il Figlio di Dio, fattosi uomo, ci ricorda che la dignità dell’uomo non può essere calpestata dallo spread, dall’economia selvaggia, dalla finanza irresponsabile e dalla cattiva politica. Ogni cosa deve essere ripensata e riprogettata collocando al centro la persona e i suoi diritti inalienabili.
La stella che appare ed apre il cammino dei Magi traccia la strada da seguire: camminare “nella luce” e non nelle “tenebre”, perseguire con coraggio l’ideale del bene e del giusto, rispettare sempre la dignità dell’uomo, credere e lavorare per una nuova umanità, fondata sui valori evangelici della gratuità e della fraternità”.