Nel braccio di ferro tra sindaco e Consiglio comunale perde la città

Il Consiglio comunale fa melina, il sindaco Cateno De Luca minaccia le dimissioni. Sulla costituzione dell’Agenzia del Risanamento e approvazione del relativo Statuto si consuma il primo strappo tra i due organi di Palazzo Zanca. E potrebbe essere uno strappo definitivo, se le annunciate dimissioni (VEDI QUI) dovessero diventare un atto formale da parte di De Luca.

Dalla seduta aperta di ieri sera è emerso chiaramente che Sindaco e Consiglio corrono a due velocità diverse sul tema del risanamento, che la città attende da ben 28 anni: il primo cittadino, promotore da deputato regionale dell’emendamento approvato dall’Ars che ha dato via libera alla costituzione dell’Agenzia, è convinto dell’assoluta bontà dell’operazione e vorrebbe tutto e subito per poter procedere allo sbaraccamento entro le due date da lui stesso fissate del 31 ottobre e del 31 dicembre; dal canto loro, i consiglieri pretendono garanzie sulle risorse economiche che la Regione dovrebbe erogare nell’immediato, vale a dire 500 mila euro, e manifestano non poche perplessità sulla creazione di quello che considerano l’ennesimo carrozzone politico, a loro dire utile più ad assegnare poltrone che non a gestire la definitiva liberazione di Messina dalle baracche.

Tuttavia, i consiglieri comunali, che pure hanno ricevuto la delibera sull’Agenzia di Risanamento lo scorso 17 agosto (VEDI QUI), ieri non si sono presentati in Aula annunciando emendamenti migliorativi, integrativi o cassativi del provvedimento sottoposto alla loro attenzione, ma con un ordine del giorno condiviso in maniera trasversale (firmato da 27 su 32 consiglieri), che sa tanto di atto politico, con cui il Consiglio ha voluto mandare un messaggio chiaro a De Luca: i tempi li dettiamo noi. E infatti hanno respinto anche la richiesta del primo cttadino di mettere a votazione la delibera sull'Agenzia di risanamento entro il 7 settembre.

Stando ai numeri di ieri, la prova di forza è stata vinta dal Consiglio Comunale. Ma la domanda che bisogna farsi è se in questo braccio di ferro tra sindaco e consiglieri comunali è la città a vincere o perdere. Secondo noi, la città perde. Così come il Consiglio comunale ha perso una buona occasione per dimostrare che – al di là della distanza politica dal sindaco – in quell’Aula si lavora per il bene di Messina e dei messinesi. In tempi celeri.

Dal 17 agosto, i consiglieri comunali – che a cavallo di ferragosto hanno sospeso l’attività per due settimane nonostante fosse iniziata da pochi giorni – avrebbero potuto studiare la delibera proposta dalla giunta De Luca, “smontarla” e “rimontarla” con gli emendamenti che la legge consente loro di proporre ( al momento non ne risultano agli atti della commissione competente, che si è già riunita due volte sull'argomento)). E invece l'unico atto prodotto sino ad oggi è un ordine del giorno (che non ha alcun effetto esecutivo né vincolante) per avanzare richieste al Governo regionale.

La momentanea situazione di stallo creata dal dibattito di ieri sull'Agenzia di risanamento (il Consiglio dimostrerebbe più coraggio politico a respingere il provvedimento se non pienamente convinto della legittimità o utilità dello stesso senza dilungare oltremodo i tempi del dibattito) ha provocato la reazione di Cateno De Luca, che nelle prossime ore dovrà dire alla città se le sue annunciate dimissioni sono frutto della rabbia del momento o se invece diventeranno effettive, spiegando eventualmente quando.

Non sappiamo cosa deciderà De Luca, ma di una cosa siamo assolutamente convinti: Messina non può permettersi un sindaco ed un Consiglio che vivacchiano per 5 anni. Messina ha bisogno di soluzioni a problemi decennali, per risolvere i quali ognuno deve fare la sua parte con responsabilità e senso di appartenenza, non politica ma territoriale. Siamo tutti su questa barca in mezzo a un mare in tempesta. Se affonda, affondiamo tutti.

Il Consiglio non si limiti a voler dimostrare di potere dettare i tempi del dibattito politico, solo per ribadire la propria forza numerica contro un sindaco che non ha neanche un consigliere comunale. E’ uno spettacolo desolante già visto nei cinque anni precedenti, e che ha fatto comodo a tutti a danno della città: ex sindaco, ex assessori ed ex consiglieri sono rimasti attaccati alle poltrone fino all’ultimo giorno senza dare risposte concrete ai messinesi su temi che attendono soluzioni ormai da troppo tempo.

Se il copione dev’essere lo stesso, allora è meglio che il sindaco De Luca passi dalle parole ai fatti e si dimetta. E lo facciano anche i consiglieri comunali (che comunque decadrebbero anche se fosse il solo il sindaco a presentare le dimissioni).

Danila La Torre