Il Comune affoga in un mare di 240 milioni di euro di debiti . La conferma di Croce

«Dobbiamo sacrificarci tutti, altrimenti affondiamo». Con queste parole, che suonano come l’ultimo disperato appello alla città, il commissario straordinario del Comune, Luigi Croce, ha concluso la conferenza stampa indetta «per rendere nota alla città la situazione economico -finanziaria dell’ente». Una situazione «grave e difficile», caratterizzata da «cifre raccapriccianti»: i debiti del Comune – ha detto chiaramente Croce – ammontano complessivamente a 240 milioni di euro . La cifra era già emersa nelle scorse settimane, dopo il faccia a faccia tra il commissario ed il candidato, oggi presidente della Sicilia, Rosario Crocetta. Allora si trattava “solo” di indiscrezioni, oggi è una notizia ufficiale, divulgata e confermata personalmente dal reggente di palazzo Zanca, che ha voluto incontrare i giornalisti per un’operazione verità, a pochi giorni dall’incontro a Palermo con la Corte dei Conti, che si è tenuto venerdì scorso. Accanto a lui l’esperto e «amico» Nino Dalmazio.

«Dopo quella riunione – ha ammesso subito Croce – sono tornato a Messina non molto entusiasta e convinto». E quella sensazione negativa pare si sia rafforzata questa mattina, quando l’organo di controllo ha recapitato sulla scrivania del commissario una nota con la quale concede, da oggi, trenta giorni di tempo per adottare misure correttive finalizzate a far fronte alla situazione deficitaria dell’ente. La prima cosa da fare – ha spiegato Croce – sarà chiudere il bilancio di previsione 2012, altrimenti il dissesto sarà inevitabile. «Se il Comune non predispone il bilancio, non può prendere impegni e non può rinnovare i contratti in scadenza. Ad esempio, per i servizi sociali non sarà possibile bandire le nuove gare e i servizi dovranno essere sospesi . I precari ed i contrattisti andranno tutti a casa. Senza il bilancio di previsione, è inutile fare chiacchiere», ha chiarito senza troppi fronzoli Croce.

All’appello mancano 20 milioni di euro , per racimolare i quali bisognerà portare al massimo tutte le tasse (anche la Tarsu dopo l'Imu) e “tagliare”, ma su come e dove il commissario non si sbilancia. L’unica cosa che assicura è che i sacrifici saranno fatti fuori ma anche dentro il Palazzo: «I sacrifici riguarderanno tutti e partiranno dalla testa di questa amministrazione sino a scendere giù» .

In questi 30 giorni, dunque, il commissario Croce e i suoi consulenti tenteranno di far quadrare i conti del bilancio preventivo per farlo arrivare in pareggio. Contemporaneamente , cercheranno di ottenere garanzie per la futura sopravvivenza dell’ente, che – come detto – sta affogando in un mare di 240 milioni di euro di debiti. La speranza – ha detto Croce – è quella di poter accedere al Fondo di rotazione, previsto dal Decreto-legge 174/ 2012, che porterebbe nelle casse del Comune 50 milioni di euro quest’anno e 50 milioni di euro il prossimo anno.

Croce è, inoltre, intenzionato a bussare alla porta del neo governatore siciliano Crocetta : «Chiederemo alla Regione di adempiere agli obblighi che sino ad oggi non sono stati rispettati. Speriamo di avere lo stesso trattamento di Catania e Palermo».

Croce dice di volere salvare il Comune dal dissesto, considerato una «disgrazia incalcolabile», ma avvisa: «Il problema riguarda la città e dobbiamo sacrificarci tutti, anche io che ho casa a Messina. Altrimenti affondiamo». Per l'accertamento di eventuali responsabilità, politiche ed amministrative, tutto rinviato. Prima bisogna far quadrare i conti. (Danila La Torre)