Sciopero dei marittimi di Caronte e Tourist, il personale ha aderito al 100%

L’ultima corsa tra le sponde di Villa San Giovanni e Messina è toccata alla Acciariello. Alle 12, come annunciato, si è di nuovo fermato il trasporto nelle acque dello Stretto per il quarto sciopero in un mese dei marittimi di Caronte e Tourist. Altissima l’adesione allo stop di 24 ore proclamato dal sindacato Orsa, a scioperare infatti il 100% del personale. Nessuna distinzione di sigla, bandiera o sindacato, come accaduto già nei tre precedenti scioperi, i lavoratori hanno fatto fronte comune per ribadire il secco no al licenziamento di 69 dipendenti e alla riduzione del 25% sul salario annunciati dalla società che gestisce il trasporto privato tra Messina e Villa. Sul piazzale e nel lungo serpentone della rada San Francesco questa volta non si è però registrato la lunga coda di mezzi fermi per ore in attesa di imbarcarsi. Ha funzionato il piano della Prefettura che ha dirottato chi doveva imbarcarsi agli imbarchi delle Ferrovie dello Stato. Il sindacato Orsa si opporrà strenuamente al taglio dei posti di lavoro e alla riduzione dei salari innanzitutto perché i diritti acquisiti da questi lavoratori sono frutto di anni di attività, concertazioni, lavoro e l’azienda non può permettersi di cancellare con un colpo di spugna quanto fatto e ottenuto fino ad oggi anche grazie all’attività dei marittimi. Per l’Orsa, come anche per le altre organizzazioni sindacali che in queste settimane hanno protestato, un’ipotesi così drastica non è giustificabile con le motivazioni addotte da Caronte e Tourist che parla di calo del traffico marittimo e quindi degli introiti. Oggi sul piazzale insieme ai lavoratori c’erano il segretario regionale dell’Orsa Mariano Massaro e quello messinese Michele Barresi. Ma soprattutto c’erano i lavoratori Atm, senza stipendio da tre mesi e in presidio a Palazzo Zaca, e gli ex Servirail, in attesa di tornare a lavorare dopo lunghissimo anno di battaglie per salvare il posto di lavoro. “E’ nato un fronte di lotta comune -ha detto Michele Barresi- vedere lavoratori che vanno a manifestare solidarietà ad altri in condizioni simili, vederli protestare insieme contro le ingiustizie di questa città è il segno che qualcosa sta cambiando e che si deve intervenire al più presto per evitare che si arrivi ad un punto di non ritorno”. Duro invece l’attacco di Massaro al modus operandi di Caronte e Tourist che non solo vorrebbe decidere in totale autonomia del futuro i 69 lavoratori, ma soprattutto sta ignorando questo sindacato e le sue rivendicazioni. “La società ha convocato un nuovo incontro con le organizzazioni sindacali fissato per il prossimo 26 ottobre ma, come già accaduto la scorsa volta, l’Orsa non è stata convocata nonostante conti un alto numero di iscritti tra i marittimi e probabilmente riveste un peso maggiore rispetto ad altri” ha puntualizzato il numero uno dell’Orsa. Intanto la protesta andrà avanti fino alle 12 di domani. E per il prossimo 6 novembre c’è già in programma un altro sciopero, il quinto in poco più di un mese. (Francesca Stornante)