Cultura

“Ne usciremo migliori”, il viaggio di Danilo Mengoni tra passato e futuro post pandemia

No, non ne siamo usciti affatto migliori, e di questo ne abbiamo avuto consapevolezza sin dal momento in cui cantavamo slogan sui balconi e sventolavamo bandiere arcobaleno. Si ride, tanto, e di un riso amaro scorgendo tra le scene surreali di “Ne usciremo migliori” di Danilo Mengoni (Tresogni editore), frammenti di piccole cronache vissute tra pandemia e allarme climatico, tra fake news che facevano capolino nella nostra ragione (sterminandola) e dubbi corposi sulla narrazione ufficiale ed ufficiosa.

“Ne usciremo migliori”, titolo azzeccato e in linea con l’ironia dissacrante che l’autore utilizza in entrambi i racconti, ci fa viaggiare tra passato (il covid) e futuro post pandemico costruendo due scenari diversi ma accomunati da una serie di personaggi “tipici e tipizzati” che altro non sono che la caricatura del peggio di noi.

Due racconti accomunati da tematiche attuali, pandemia e crisi climatica, affrontati con uno stile particolare, molto cinematografico, ricco di colpi di scena fino alla fine (e anche oltre) in due contesti surreali. Eppure, se eliminiamo gli aspetti più fantasiosi, scopriamo, nei personaggi che animano “Cinepanettone” e “Spaghetti western”, figure reali e molto ma molto plausibili.

“Cinepanettone”

Il primo racconto, “Cinepanettone”, da gustare come al cinema, è una cena di Natale al tempo del Covid, con commensali rigorosamente positivi e scene e dialoghi al limite del surreale. Mengoni mette insieme il “peggio” dei cenoni di famiglia (quelli di “Parenti serpenti”, per intenderci) con il “peggio” emerso nei mesi della pandemia, tra regole, divieti e tentativi riusciti per raggirarli.

Ne viene fuori una cena “esplosiva” in cui i componenti di una famiglia tipica molto numerosa trascorrono una vigilia ai limiti della follia, insieme ad un vicino di casa “no vax”, felice di essere positivo pur di non trascorrere da solo la vigilia, e a improbabili personaggi che entrano in scena man mano che la trama s’infittisce.

Dal fantasma del capostipite morto e sepolto, che ha sempre il posto a tavola, alle ipocrisie e gelosie tra parenti, alle liti tra ex coniugi per chi deve tenere il figlio la notte di Natale, fino alle conseguenze di una cena senza gusto per i positivi al Covid, eliminando il volutamente assurdo e grottesco, emergono piccole scene di vita familiare.

Protagonista è il Covid che ha solo esasperato le meschinerie ricordandoci che no, non ne usciremo migliori perché non bastano drappi colorati esposti sui balconi e inni di Mameli se non riusciamo a superare i nostri egoismi.

Si ride davvero, la lettura è divertente e mai banale perché invita a riflettere. Non ci sono pause tra i colpi di scena che fioriscono naturalmente tra le pagine proprio perché la trama è talmente surreale da aspettarsi di tutto alla pagina successiva.

“Spaghetti western”

Il secondo racconto, “Spaghetti western” ci parla di un mondo in cui il cambiamento climatico ha già trasformato una parte del pianeta in un’Antartide rosa. Tra i personaggi c’è uno scienziato pazzo che ha scoperto il vaccino-elisir di lunga vita e che scappa perché sa che la vera follia è pensare che Big Pharma e il mondo intero accetti che si possa sconfiggere il male. Per di più gratis.

Anche in questo caso gli ingredienti di una storia irreale ma amara nel retrogusto ci sono tutti. I personaggi, dalla showgirl assatanata al mannaro superdotato fino al robot che si emoziona davanti all’arte, sono costruiti su figure reali e danno vita a dialoghi destabilizzanti, nei quali pensi di perdere le coordinate, ma poi capisci che è lì che portano, in quell’Antartide rosa mentre i ghiacci si stanno sciogliendo davvero nella vita reale e noi invece ci appassioniamo al divorzio Totti-Blasi.

Le sorprese finali

E’ un libro ma è come un film ed alla fine ci sono anche due sorprese per i lettori: un finale alternativo da scoprire con il codice Qr e un inedito dell’autore dedicato solo a chi scova eventuali errori di stampa.

“Ne usciremo migliori” (ma anche no e lo sapevamo) è da leggere ma solo se prima siamo pronti a toglierci quelle bende che coprono molti occhi e solo se siamo disposti a saper ridere di noi stessi e a metterci in gioco.