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Nebrodi 2, scena muta di Calabrese

MESSINA – Scena muta all’interrogatorio di garanzia da parte di Antonino Calabrese, coinvolto nell’operazione Nebrodi 2. Calabrese è ai domiciliari da due giorni dopo un primo arresto in carcere e la successiva scarcerazione. Comparso davanti al giudice per le indagini preliminari, che ha autorizzato il secondo provvedimento cautelare, l’uomo ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere. Adesso i suoi difensori, gli avvocati Nino Cacia e Sandro Pruiti, valuteranno eventuali prossimi ricorsi.

Il doppio arresto

Calabrese era stato arrestato il 6 febbraio scorso nel secondo blitz Nebrodi, l’inchiesta antimafia contro i clan di Tortorici e le truffe Agea. Anche durante quell’interrogatorio di garanzia aveva scelto il silenzio. Il Tribunale del Riesame di Messina lo aveva poi scarcerato, trattandosi di indagato ultrasettantenne. La Direzione distrettuale antimafia ha quindi chiesto gli arresti domiciliari, ribadendo le ipotesi d’accusa per lui. Ad eseguire il provvedimento è stata la polizia di Stato.

I titoli tossici sequestrati

Con il secondo arresto è scattato anche il sequestro preventivo, eseguito dalla Guardia di Finanza, di 93 titoli “tossici” del valore complessivo pari a 18mila 535 euro, reimpiegati da un’impresa facente capo ad un indagato. Titoli che attestano la conduzione di terreni da parte di soggetti che poi chiedono e ottengono i finanziamenti dell’Agenzia europea destinati ad allevamento e agricoltura.