Gioiosa Marea: geologi a confronto

Non a caso questo confronto dei geologi siciliani è avvenuto nel messinese ed in particolare a Gioiosa Marea comune che più di altri ha pagato in questi anni i danni causati dalle frane e dalle mareggiate che hanno messo in ginocchio l’economia locale.

La trentesima giornata di studi dell’ordine dei geologi di Sicilia è stata, infatti, ospitata all’auditorium comunale ed è stata aperta dal sindaco Ignazio Spanò e dal sindaco di Messina Giuseppe Buzzanca che ricopre anche l’incarico di componente della commissione territorio all’Ars.

Buzzanca ha dato il proprio contributo anche sull’importante esperienza maturata come presidente della provincia di Messina, quando decollarono i progetti di ripascimento di numerosi tratti di costa tirrenica.

“Abbiamo dato una prima concreta risposta a questa provincia con il progetto pilota che ha interessato il lungomare di Capo d’Orlando e che si ispirava agli studi dell’ingegner Giorgio Sirito- ha ricordato Buzzanca – purtroppo poco altro è stato fatto per un territorio in cui, specialmente la spiaggia, rappresenta un volano fondamentale per l’economia. Investire sulla protezione dei litorali, quindi, è soprattutto un investimento sul futuro turistico di tutto il territorio”.

Quello del messinese, lo hanno drammaticamente confermato gli eventi di gennaio e febbraio, è un territorio ad altissimo rischio. Le frane di Capo d’Orlando, Naso e Gioiosa, gli allagamenti di Falcone e Barcellona, l’isolamento che provocano ancora i cedimenti nell’entroterra dei Nebrodi, l’erosione della costa, sono stati i temi maggiormente dibattuti.

Il problema, però rimane legato alla mancata programmazione di una classe politica che prova ad intervenire soltanto quando i danni sono compiuti.

“Quello che è successo nei mesi scorsi in questa provincia – ha detto Gian Vito Graziano, presidente dell’Ordine dei Geologi- non può spiegarsi soltanto con un eccezionale periodo di piogge.

Le ragioni del dissesto sono più complesse e si sconta la mancanza di programmazione della politica. Ma qualcosa potrebbero farla anche i comuni stessi. La figura del geologo manca completamente negli uffici tecnici e questo può essere spiegato con i pochi soldi a disposizione degli enti locali. Penso però all’importanza che un professionista dello studio geologico può avere nelle commissioni edilizie soprattutto in tema di prevenzione.

In attesa di fronteggiare il dissesto si potrebbe evitare di costruire in zone a rischio e programmare meglio il futuro.