Maxi sequestro di bestiame rubato, infetto e pronto per esser servito sulle nostre tavole

Dieci bovini e dieci suini completamente privi di documentazione identificativa, probabilmente rubati, potenzialmente malati che stavano per finire nel piatto di qualche ignaro consumatore. Sequestro provvidenziale, quello di domenica scorsa, in contrada Torreforti, a Sant’Agata di Militello da parte degli agenti del commissariato locale.

Venti in tutto gli animali ritrovati su un furgoncino Iveco, intestato ad una nota azienda agricola della zona, completamente privi di documento di identificazione, di tracciabilità o di trasporto (tatuaggio, passaporto, modello 4 per lo spostamento, marchio auricolare e bolo intestinale), nonché privi di controllo sanitario. Da una successiva verifica effettuata dai veterinari dell’Asp tramite la banca dati, è emerso come gli stessi bovini non risultassero ufficialmente presenti nell’azienda e, quindi, come si trattasse di animali rubati.

A finire nei guai con l’accusa di ricettazione e diffusione di malattie degli animali, sono stati 3 allevatori. Oltre alla denuncia, per loro, è scattata una maxi sanzione amministrativa di ben 9mila euro. Non troppo lontano, nella zona di Tortorici, un’analoga azione dei militari dell’Arma portava al sequestro di altri 75 suini. A finire nel mirino, in questo caso, un’azienda di allevamento della zona.

Carabinieri e veterinari dell’Asp di Messina, durante un blitz, hanno accertato come tutti gli animali fossero sprovvisti di marchio auricolare identificativo e relativo tatuaggio. In più, i militari hanno scoperto che il proprietario dell’azienda aveva stipulato un falso contratto per l’affitto di un terreno che, nella realtà, risulta confiscato. Per questo, lui stesso è stato denunciato per falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico.

Veronica Crocitti