S. Teresa. “Caso parcheggi”, minoranza diffida il sindaco e scrive al Prefetto

S. TERESA DI RIVA. Sembra una telenovela il "caso parcheggi”, che da anni vede il Comune creditore ma allo stesso tempo – ad avviso dell’opposizione – subire la negoziazione". E proprio sulla procedura di negoziazione assistita gli esponenti di “Insieme per cambiare” (Antonio Scarcella, Lucia Sansone, Giuseppe Migliastro e Carmelo Casablanca) continuano a chiedere riposte.

Lo hanno fatto con un nuovo documento inviato al sindaco e per conoscenza al prefetto, ma anche all’assessorato regionale delle Autonomie locali. “Il 29 giugno scorso – spiega Scarcella – questo gruppo consiliare presentava una interrogazione riguardante la negoziazione assistita tra la ditta in questione ed il Comune di S.Teresa di Riva. A tutt’oggi – prosegue Scarcella – non è pervenuto a questo Gruppo consiliare alcun riscontro all’interrogazione, circostanza questa tendente, ancora una volta, a mortificare il ruolo istituzionale e di controllo della minoranza.

Questo comportamento, nell’ultimo periodo, sta diventando “costante. Per la suddetta procedura – chiosa Scarcella – il Comune di S. Teresa di Riva vanta somme notevoli, riguardanti penali e risarcimento del danno da inadempimento contrattuale (10% del valore dell’appalto)”. Da qui la “diffida al sindaco a voler fornire risposta ai quesiti contenuti nell’interrogazione”. Sulla procedura di negoziazione assistita gli esponenti di “Insieme per cambiare” avevano presentato l’ interrogazione chiedendo al sindaco, Danilo Lo Giudice “se si è conclusa e quali sono le risultanze”. E, in caso negativo “le motivazioni per cui ancora non si è conclusa detta negoziazione”.

I consiglieri Antonio Scarcella, Lucia Sansone, Carmelo Casablanca e Giuseppe Migliastro partono da lontano, dalla determina del 13 febbraio 2011 con la quale veniva indetta la procedura ristretta per la concessione a terzi del servizio di gestione delle aree destinate a sosta e parcheggio a pagamento”. Il 5 aprile 2012 si affidava in concessione il servizio alla ditta.

Il 3 giugno 2013 si disponeva la risoluzione del contratto di appalto stipulato con la ditta il 5 luglio 2012, relativo alla “concessione a terzi del servizio di gestione delle aree destinate a parcheggio a pagamento”, nonché di ogni altro atto pertinente e attinente. Si giunge all’ 1 settembre 2017, quando il direttore dell’area polizia municipale determina di procedere alla compensazione del debito della Ditta. La minoranza 26 giorni dopo presenta una interrogazione. Il 2 ottobre con determina dirigenziale viene annullata la determina in autotutela.

Successivamente è stato quantificato in 37mila e 521 euro il credito che il Comune vantava dalla ditta e che nonostante si stabilisse che tali somme dovessero essere versate entro 30 giorni. “Ma ciò – chiosa la minoranza – non si verificava”. Da qui una seconda interrogazione, lo scorso 5 febbraio, con la quale fra le altre cose si chiedeva di chiarire il criterio utilizzato per quantificare le somme vantate dal comune. “Ma tale quesito – spiega il capogruppo Antonio Scarcella – non ha mai ottenuto una risposta esaustiva.

Ancora, nonostante la risoluzione del contratto di appalto, non si è provveduto ad incamerare da parte del Comune la cauzione definitiva prestata a garanzia delle somme dovute e dell’adempimento di tutte le obbligazioni del contratto, nonché del risarcimento dei danni derivanti dall’inadempimento delle obbligazioni stesse, circostanza questa a dir poco anomala e dannosa per gli interessi dell’ente”. Vi è una richiesta della ditta di stipulare una convenzione di negoziazione assistita.

L’ente locale ha aderito. “L’auspicio – evidenzia Scarcella – è che l’ente abbia chiesto, oltre alle somme indicate dal dirigente dell’area Polizia municipale quali penali, anche le somme indicate dal bando a titolo di risarcimento del danno per inadempienza contrattuale, quantificate dal bando stesso in una somma pari al 10% del valore dell’appalto, e precisamente in 43mila e 200 euro”.