De Simone prende tempo. Picciolo: “Conto salato al sindaco”. Germanà: “Tutti responsabili”

"Il presidente De Simone è dubbioso, sta valutando ma non ha detto che non vuole firmare. Teme questa drastica riduzione di volumi e si è riservato del tempo per ragionare". E' quanto apprendiamo da un breve scambio di messaggi coi vertici dell'Autorità Portuale. La firma, ieri sera, non è arrivata ma le novità, in un senso o nell'altro, potrebbero arrivare a breve. Nel frattempo, si registra la dura presa di posizione del capogruppo di Sicilia Futura, Beppe Picciolo: "Ma qualcuno può incautamente pensare che Messina ed i messinesi possano ingoiare il rospo della mancata firma del Patto per la falce in silenzio? Questa volta alzeremo le barricate e ci saranno le cinque giornate di Messina. Non ci sono margini per qualsiasi tentennamento o riflessione, bisogna andare avanti con un rapporto organico e costruttivo tra le Istituzioni e non ci interessa né il metro cubo né il metro quadro in più od in meno. Se questa posizione della giunta è così rigida e non intende guardare ad un minimo di sviluppo economico (senza creare la benché minima invadenza ambientale) delle aree della Falce, si prenda comunque atto del bicchiere mezzo pieno, ovvero del risanamento delle aree degradate ed abbandonate da Dio e dagli uomini all'incirca da vent'anni”.

Quindi l’esortazione: “Il presidente De Simone ha il dovere di andare avanti e l'Università quello di portare a compimento gli impegni sottoscritti nel Patto dello scorso 26 gennaio”.

Infine il monito di Picciolo, presidente di Sicilia Futura ed alleato del Pd: “Mi rivolgo al Sindaco Accorinti perché noi ed i cittadini onesti, operosi e desiderosi di vedere una rinascita sociale, ambientale ed economica della Città, ricordiamo che qualcuno a breve avrà il coraggio di presentare un conto politico davvero salato e di questo sono davvero convinto".

Sul tema anche il deputato regionale di Area Popolare, Nino Germanà: "Ai cittadini non importano i retroscena e gli argomenti. Il fatto è uno solo: se non si sigla l'accordo si dovranno ritenere responsabili tutti senza esclusioni e alla comunità bisognerà rendere conto per essersi macchiati di una tale colpa. Adesso basta. Dare delle risposte significa agire per lo sviluppo di Messina: l'amministrazione non tentenni oltre e gli attori interessati portino a termine il percorso iniziato senza ulteriori indugi che la comunità messinese -e io mi ci metto nel mezzo come membro di essa prima che da parlamentare regionale- non tollererà oltre. Bisogna guardare alla ripresa con un occhio particolarmente attento alle attività produttive, dell'occupazione, della creazione di nuovi posti di lavoro: anche questo significa sfruttamento positivo di un'area strategica, nella salvaguardia primaria di essa ovviamente. Ma tutela non significa chiuderla in una teca che la protegga come fosse un quadro da guardare e basta. Questa è una visione obsoleta e superata della fruizione di aree di valore ambientale e storico e il resto del mondo fa scuola in tal senso. Dalla ricchezza che la Natura ha donato alla Falce dobbiamo partire per una ripresa della città che sia a 360 gradi. Non possiamo permetterci in nome di non si sa bene cosa, di mettere altri freni alle possibilità produttive ed economiche del nostro territorio. Se ulteriori danni per l'inerzia e le scuse approntate ad hoc si cagioneranno, si sappia che ora Messina non è più disposta ad accettare passivamente se ne boicotti la ripresa".