Inizia il nuovo corso della Ssr, società servizi riabilitativi. Sarà la volta buona?

Chiuso ogni rapporto con l’Asp che ha venduto le sue azioni, parte il nuovo corso della SSR, la nuova società servizi riabilitativi formata dal consorzio Sisifo 51%, Teseos 41%, Rigenera e Obiettivo salute per il restante 9%, e dal 1 marzo si procederà a contrattualizzare i lavoratori. Restano dunque le tre cooperativa che gestivano in passato i servizi, dovrebbe però così arrivare la parole fine dopo un lungo percorso di battaglie e proteste, soprattutto per gli stipendi mancanti da mesi e per dei licenziamenti arrivati come un fulmine a ciel sereno pochi mesi fa. Il condizionale è ancora d’obbligo e i nodi da sciogliere restano comunque tanti.

“La nuova SSR – dichiarano i segretari generali di Fp Cgil Clara Crocè e di CISL FP Calogero Emanuele – ha evidenziato le criticità registrate rispetto alla forza lavoro che va ricondotta ai reali bisogni. Abbiamo chiesto che sia comunque garantita la forza lavoro attualmente impiegata nelle tre cooperative e sia messa nelle condizioni di poter lavorare. È necessario, inoltre, che sia applicato un contratto di lavoro corrispondente alla tipologia del servizio chiaramente riconducibile alla sanità privata. Resta il nodo del contratto individuale che a parere del sindacato deve essere a tempo indeterminato”.

Sulle questioni poste al tavolo dell’incontro che si è tenuto ieri si è evidenziata la necessità di un aggiornamento della riunione per portare al tavolo un vero piano industriale e le condizioni contrattuali che dovranno essere applicate dal prossimo primo marzo. La società ha comunicato che, al momento, si procederà con contratti di lavoro a tempo determinato perché tutto legato all'accreditamento regionale che deve avvenire entro il prossimo mese di luglio.

“Il sindacato – concludono Crocè ed Emanuele – auspica che questa sia la volta buona per dare il giusto assetto organizzativo e funzionale ad un sistema che per troppi anni ha visto più ombre che luci e a pagarne le spese sono sempre stati i lavoratori”.