Niente stalli riservati per i non vedenti che deambulano, il Tar dà ragione a Palazzo Zanca

Il Tar di Catania dà ragione al Comune. Il fatto che i non vedenti che deambulano debbano pagare tutte le spese di uno stallo riservato ai disabili è legittimo e non discrimina nessuno. Questo in buona sostanza l’esito della sentenza emessa lo scorso 13 giugno dalla terza sezione del Tribunale Amministrativo di Catania che si è pronunciato sul ricorso presentato dalla sezione messinese dell’Unione Italiana Ciechi contro quel provvedimento di Palazzo Zanca che aveva fatto sollevare un coro di indignazione e polemiche. Per ricordare meglio di cosa si tratta facciamo un passo indietro e torniamo al 5 febbraio scorso, quando il Dirigente del Dipartimento Mobilità del Comune, Mario Pizzino, firmò la determina n. 4 che immediatamente scatenò un vespaio di reazioni. Il provvedimento spiegava che “la disabilità consistente nella mancanza della vista, ove non associata ad altra patologia che comprometta la deambulazione, non costituisce presupposto per l’assegnazione dell’area di sosta personalizzata” e stabiliva anche che “i costi relativo alla realizzazione e alla manutenzione della segnaletica stradale, sia verticale che orizzontale, di individuazione e delimitazione dello spazio di sosta, nonché la relativa rimozione sono a totale carico del beneficiario”. Dal mondo delle associazioni immediate furono le contestazioni per un provvedimento che appunto era stato considerato altamente discriminatorio nei confronti di chi è affetto da una forma di disabilità.

A rincarare la dose erano arrivate poi le dichiarazioni del Commissario Croce che durante una conferenza stampa a Palazzo Zanca, a precisa domanda dei giornalisti sull’argomento rispose che la determina non sarebbe stata ritirata perché “Come paghiamo noi devono pagare anche loro, altrimenti li faremmo sentire inferiori, mentre per me sono persone normali. Pure i disabili devono cominciare a capire che devono pagare come tutti noi , in fondo sono quattro soldi”, queste le parole che usò il Commissario di Palazzo Zanca.

Pochi giorni dopo, era il 30 marzo, l’Unione Italiana Ciechi lanciò un appello a Croce affinchè fosse fatto un passo indietro su quella determina. Nessuna apertura dalle stanze del Comune e dunque il ricorso al Tar di Catania. La sentenza del 13 giugno lascia però l’amaro in bocca in chi sperava di dare così una risposta positiva ai tanti disabili che si erano sentiti “calpestati”. Il Tribunale Amministrativo ha deliberato che “in tema di circolazione di veicoli e di strumenti di agevolazione della mobilità delle persone disabili, appare logico e ragionevole prendere in particolare considerazione l’aspetto dell’invalidità rappresentato dalla non deambulazione, sicché la determina impugnata non sembra avere carattere discriminatorio tra categorie di soggetti invalidi, né tantomeno effetti lesivi della dignità dei soggetti non vedenti”. Confermata quindi la correttezza del provvedimento adottato dall'Amministrazione comunale. Sconfitta per chi aveva provato a farne soprattutto una battaglia di civiltà.

(Francesca Stornante)