Lo sfogo dei 20 lavoratori ex Ferrotel: “Figli di un Dio minore”

Di loro se ne è parlato poco. La vertenza è stata tutta incentrata sui Servirail. Ma gli 85 ex lavoratori sui treni notte hanno dei compagni di sventura. Si tratta dei 20 ex dipendenti Ferrotel, impiegati nell’offerta di pernottamenti ai dipendenti del Gruppo Ferrovie dello Stato, la cui attività lavorativa è connessa alla circolazione dei treni. Da quattro mesi non percepiscono cassa integrazione né indennità di disoccupazione. Dopo aver chiesto invano l’aiuto delle Ferrovie, del sindaco, dei sindacati e del Prefetto, hanno affidato i pensieri ad un comunicato stampa per divulgare la loro situazione e chiedere aiuto: “Non siamo stati tenuti in considerazione da nessuna delle parti impegnate nella vertenza con le ferrovie. Siamo stati accodati alla vertenza Servirail dalle sigle sindacali e politiche che di noi ex Ferrotel non hanno mai parlato in nessun tavolo di trattativa, né a Palermo né a Roma. Da quattro mesi non riusciamo più a pagare il mutuo, a mantenere i nostri figli e ad affrontare le semplici incombenze familiari”.
Gli ex Ferrotel ricordano di aver aperto per primi, nel 2011, la vertenza sulla dismissione del diritto alla mobilità, occupando il comune di Messina per 5 giorni, dopo un anno di cassa integrazione.
I 20 lavoratori sottolineano che ovviamente sono solidali coi Servirail ed anzi: “da parte nostra hanno il massimo rispetto per aver rifiutato la proposta fatta dal dott. Braccialarghe, che per la loro tipologia di lavoro sarebbe stato come fare cento passi indietro”.
Le ferrovie avevano proposto il ricollocamento di 21 Servirail sul treno notte per Milano e del personale restante nel settore degli appalti per le pulizie.
Si chiedono i Ferrotel: “Noi lavoriamo da 25 anni nel settore degli appalti pulizie delle ferrovie, siamo stati licenziati a causa della costante dismissione, ci siamo sorbiti un anno di cassa integrazione con la promessa di una ricollocazione nel nostro settore e non chiedevamo niente di più. Siamo figli di un Dio minore?”. (Marco Ipsale)