All’Università il giorno dopo la condanna di Tomasello: tutti “muti”. IL VIDEO

Pochi metri separano Palazzo Piacentini dalla sede centrale dell’Università di Messina, che ospita il Rettorato. Eppure, la potente scossa di terremoto, di carattere giudiziario ovviamente, che ha avuto il suo epicentro nelle aule del Tribunale quando erano da poco passate le 19 di ieri sera – con la sentenza di condanna in primo grado a tre anni e mezzo del rettore Francesco Tomasello(vedi correlato)- sembra non essere stata neanche avvertita da coloro i quali, per studio o per lavoro, frequentano quotidianamente l’Ateneo peloritano. Almeno così sembra all’apparenza, che a Messina conta più della sostanza, dei fatti e della libertà di pensiero e di opinione.

“Armati” di telecamera e microfono abbiamo fatto un giro nel cortile, negli uffici e nelle facoltà che sorgono in Piazza Pugliatti, per raccogliere umori e opinioni; per chiedere a docenti, dipendenti e studenti se, dopo la condanna in primo grado, ritengano opportuno che Tomasello rassegni le dimissioni o continui a restare in carica sino alla scadenza del mandato, ormai vicino. Abbiamo contattato telefonicamente anche il Magnifico, che però – come vedrete dal video – non ha voluto rilasciare dichiarazioni.

Il personale interno si è mostrato persino infastidito dalla presenza della telecamera e le bocche sono rimaste in gran parte cucitissime. Qualcuno ci ha anche risposto che la questione riguarda il rettore e non l’Università. Sconcertante, poi, la scarsa conoscenza di quanto avvenuto da parte di molti studenti, che non sapevano neanche di cosa stessimo parlando.

Evidentemente, per molti universitari non è importante o comunque è assolutamente indifferente sapere che il rettore a capo della “propria” Università è stato condannato, tra l’altro non per un reato “privato” ma per un reato che attiene alla sua carica istituzionale. Il concorso truccato alla facoltà di veterinaria per favorire "un figlio di…" riguarda Tomasello e gli altri condannati, mica l’intero Ateneo. E ,allora, eccolo lì pronto il gioco delle tre scimmiette: non vedo, non sento, non parlo…. (Danila La Torre)