L’urlo degli 8 mila lavoratori della Formazione: “Altro che rivoluzione, è macelleria sociale”

Oltre alla riforma delle ex Province c’è un altro fallimento della giunta Crocetta che viene pagato dai cittadini: la mancata riforma della Formazione. In 3 anni, nonostante il cambio di 3 assessori la situazione del settore è congelata. A pagare finora sono stati gli 8 mila lavoratori della Formazione finiti in strada, senza certezze e senza futuro ed i giovani, dal momento che tra ricorsi, mancati accreditamenti, rinvii, i corsi non inizieranno prima di settembre. Un flop passato di mano in mano dall’assessore Nelli Scilabra a Mariella Lo Bello fino all’attuale assessore Marziano. E mentre la Corte dei conti inchioda i funzionari regionali alle loro responsabilità e il Tar rimette in moto quel che la macchina burocratica ha inceppato, i dipendenti continuano a manifestare contro un presidente che si è insediato con lo slogan: non faremo macelleria sociale, ma che nei fatti non ha saputo dare risposte a migliaia di famiglie.

Dall’Uslal, Unione Siciliana Libere Associazioni per il lavoro, riceviamo questa nota, a ridosso di un 1 maggio amaro per i lavoratori siciliani.

“Per non dimenticare- scrive Antonio Spallino- l’attuale Governo regionale presieduto dal rivoluzionario presidente Crocetta nega ai giovani siciliani il diritto alla formazione previsto dalla nostra Costituzione e agli operatori del settore il diritto al Lavoro. Per non dimenticare: il compagno rivoluzionario Presidente Crocetta doveva risanare e rilanciare il sistema buttando via le mele marce. A più riprese ha dichiarato di non voler fare macelleria sociale. Il risultato è sotto gli occhi di tutti. Gli operatori e le loro famiglia sono disperate. La stragrande maggioranza degli ottomila operatori sono stati licenziati e la restante parte risulta essere sospesa. Metaforicamente le Sue mani grondano di sangue. Per non dimenticare: le frottole a più riprese dichiarate dal compagno rivoluzionario presidente Crocetta sono la chiara manifestazione di una volontà alimentata da un rancore mirato a dimostrare l’inutilità del servizio formativo. E che dire delle Sue solite trionfalistiche dichiarazioni sul risparmio operato ?. Mai bugia più ampollosa è stata pronunciata con la consapevolezza di non essere vera. Vero è che il sistema non grava più sul bilancio della Regione. Ma è altrettanto vero che sommando l’attuale l’impegno finanziario a valere sul FSE degli Interventi, degli OIF e dei Servizi formativi oggi si spende tanto quanto se non addirittura di più di prima. Con una sola e significata differenza. Prima il sistema formativo garantiva a circa trentamila giovani siciliani il servizio e tutti gli operatori prestavano regolarmente servizio.

Le contraddizioni politiche, l’inconciliabilità delle posizioni in merito al dovere da parte della Regione di applicare e rispettare il CCNL e la legge regionale 24/76 sue successive modiche ed integrazioni ci portano a dichiarare con sofferenza che il tempo delle trattative è scaduto. Forti di questo convincimento riteniamo che l’unica via da percorrere sia quella giudiziaria. Noi abbiamo già segnalato alla Procura della Repubblica e alla Procura ella Corte dei Conti alcune anomalie. Aspettiamo fiduciosi il giudizio.