Il Salone delle Bandiere gremito fino alle tre di notte. Ospiti i migranti del PalaNebiolo. LE FOTO

”Siamo venuti qui perché nel nostro paese non potevamo vivere. Se veniamo qui e siamo trattati come prigionieri, è morire due volte….”. Poi le lacrime. Sono quelle della traduttrice che non riesce più a trattenerle e a continuare. A parlare è un Eritreo. Fa parte dei cinquantadue migranti arrivati a Messina e ospitati al Pala Nebiolo. Camicia bianca di lino e espressione seria, parla a nome di tutti. Sono una ventina. Alcuni sembrano molto giovani, tutti si fermano sulla trentina. Siamo nel Salone delle Bandiere di Palazzo Zanca, aperto per la Notte Bianca per la Pace, che ha riscosso un grande successo di pubblico. Piena la sala dalle sei del pomeriggio alle tre di notte.

L’iniziativa è cominciata già dal primo pomeriggio con degli spettacoli di intrattenimento per bambini in piazza. Poi tutti dentro ad ascoltare gli interventi del giornalista Antonio Mazzeo e del professore Massimo Zucchetti, preceduti da letture di brani di Erri De Luca e performance di ballo. Le relazioni di Mazzeo e Zucchetti hanno affrontato il tema della militarizzazione della Sicilia, con particolare riferimento al Muos di Niscemi. Dopo l’ingresso fuori programma degli eritrei provenienti dal Pala Nebiolo. La sorpresa è architettata dal Sindaco Renato Accorinti e dall’assessore con delega alla protezione civile, Filippo Cucinotta, che hanno dovuto insistere non poco con la Prefettura per ottenere di rimandare il coprifuoco che obbliga queste persone a rientrare nel centro alle 20:00. Ottenuti i permessi, una ventina di eritrei fa il suo ingresso nel Salone delle Bandiere, accompagnati dal presidente del circolo Arci Thomas Sankara, Patrizia Majorana, dalla traduttrice eritrea e dall’assessore Cucinotta stesso.

Questa la testimonianza del ragazzo che ha parlato per tutti: “Siamo Eritrei, molti di voi forse nemmeno sanno dov’è l’Eritrea, ma è stata colonia Italiana. Vorrei dirvi che nessuno lascia il paese per piacere. Per arrivare qui attraversiamo il deserto accatastati come legna, pagando un prezzo altissimo. Non veniamo per disturbare nessuno, stiamo solo scappando. Siam partiti dalla Libia il 21, siamo stati otto giorni in mare su una barca di legno, l’ottavo giorno siamo stati avvistati da un aereo italiano. Le barche sono vecchie, non potrebbero portare più di cento persone, invece ne fanno salire oltre cinquecento. Quella che è affondata a Lampedusa era la barca dietro la nostra. Noi siamo stati fortunati. Quando abbiamo saputo della loro morte, non c’è stato concesso di seppellire i nostri fratelli. Arrivati nel campo noi non volevamo dare le nostre impronte digitali, volevamo tornare a Lampedusa, ma siamo stati picchiati. Uno di noi porta ancora i segni. Qui al Centro abbiamo da mangiare. Certo, abbiamo degli orari per uscire, ma anche per i figli ci sono degli orari… Noi non vogliamo spostarci più e vogliamo avere i nostri documenti”. Commozione e applausi. L’assessore Cucinotta ha sottolineato che il Comune continua a cercare delle alternative. Molti istituti privati ed alberghi si sono offerti per accogliere i migranti, dando loro la possibilità di sistemarsi in stanze singole. Tra tutti, l’albergo Le Dune, lo stesso che ha accolto gli alluvionati di Giampilieri, ha formalizzato la richiesta, con buone possibilità che venga accolta.

Vogliamo che Messina inauguri una nuova strada – ha dichiarato Patrizia Majorana, presidente Arci – Il sindaco deve dire che si accolgono i richiedenti asilo,non vogliamo che qui ci sia una galera etnica. Per quanto l’Europa sia responsabile di una politica migratoria deplorevole, ogni anno l’Italia viene condannata dall’UE per come tratta i richiedenti asilo. Ora che il sindaco è cambiato anche le modalità devono cambiare. Chiediamo che vengano accolti in strutture idonee e che si avvii un progetto SPRAR, di accoglienza integrata” . Il sindaco Accorinti, nel primo della lunga serie di interventi costellati lungo il corso della serata, annuncia un altro incontro in Prefettura questo lunedì per trovare una soluzione per i migranti e commenta: “Lotterò con loro per ottenere l’asilo politico. La loro presenza qui è un dono, una festa, una gioia, è la promessa di una grande ricchezza che ci aspetta”.

I ragazzi eritrei hanno cenato, poi, insieme al Sindaco, mentre è continuato il programma della Notte Bianca,che ha visto diversi interventi da parte dei membri del Teatro Pinelli, un riuscitissimo spettacolo ritagliato su un testo di Albert Camus e magistralmente recitato da giovanissimi attori, e poi ancora tanti interventi, dei membri di Cambiamo Messina dal Basso, come della deputata all’Ars, Valentina Zafarana, insieme a tante altre performance e alla proiezione del film realizzato dall’attivista No Muos Giuseppe Firrinceli. Tanti i momenti significativi, impossibili da riportare fedelmente. Dalla mostra fotografica che testimonia anni di attivismo e manifestazioni per la pace e i diritti, dalle più recenti No Muos, passando per la protesta all’Arsenale , il corteo antifascista del 15 dicembre per arrivare al movimento universitario del 2010. Molta gente che chiede di fare una foto con il Sindaco – “Con 50 centesimi a foto, scongiuriamo il default” scherza Accorinti – dopo un lungo intervento che ha ripercorso la lunga “carriera” di pacifista, dagli anni settanta ad oggi.

Alle tre del mattino, il Comune è ancora aperto, la gente comincia a sfollare e i ragazzi di Cambiamo Messina dal Basso a pulire e sistemare tutto prima di andarsene, un po’ stanchi forse, ma felici per la riuscita di un’iniziativa ambiziosa quanto importante. “Palazzo Zanca così, non si era mai visto”, commenta con un sorriso un ragazzo, regalando l’ultimo sguardo alle finestre illuminate dalla luce dorata. (Eleonora Corace)