Ordine del giorno Ponte sullo Stretto: in consiglio comunale ennesima votazione mancata

La prima convocazione straordinaria è stata il 7 novembre, in due settimane lo scenario politico nazionale è stato stravolto, il Ponte appare sempre più lontano, eppure in consiglio comunale non riesce ancora a chiudere la pratica dell’Ordine del giorno su Ponte sullo Stretto/Accordo di Programma Quadro. Il documento, lo ricordiamo ancora una volta, è stato presentato dai consiglieri di Pd, Udc, Fli e Mpa, per dire no alla firma dell’APQ in assenza di precise garanzie. A questo Odg se ne è aggiunto un secondo, presentato dal capogruppo del Pdl Pippo Capurro, e sottoscritto da 18 consiglieri, che tra le principali richieste prevede la creazione di una fondo strutturale di progettazione per le opere connesse, il completamento degli svincoli, la realizzazione della nuova stazione ferroviaria. Saltata la ventilata ipotesi di “fusione” fra i due documenti avanzata qualche settimana fa dall’assessore Scoglio, è dunque necessario procedere a due votazioni separate. Anche nella seduta di questo pomeriggio, però, al momento della votazione cade il numero legale, la seduta viene aggiornata alle 21, anche in questo caso senza esito. Lavori fissati alle 18 di domani, (mercoledì 23 febbraio).

Pur non essendo arrivati a conclusione, gli interventi dei consiglieri non mancano, ma soprattutto non manca la tensione: protagonisti i consiglieri Pippo Trischitta (Fli) e Felice Calabrò (Pd). Le dichiarazioni del rappresentante di Futuro e Libertà sull’ordine del giorno presentato dal Pd, mandano in escandescenza il capogruppo del Partito democratico, andato verbalmente oltre righe. Immediata la replica di Trischitta, “accompagnata” però dalle risate del popolo del no al ponte, in tribuna per seguire i lavori d’aula. E’ a quel punto che il consigliere di Fli, complice il nervosismo di qualche minuto prima, perde le staffe cadendo nelle provocazioni del pubblico presente, immediatamente invitato a lasciare l’aula. Nel giro di qualche attimo la tensione rientra, ma il caos ha già sortito i suoi effetti: qualche “fuga” di troppo che costringe all’ennesimo estenuante rinvio. (ELENA DE PASQUALE)