Vincoli e regole per il Torrente Trapani e per tutte le zone classificate “Aree non stabili”

Doveva essere un appuntamento “ufficiale”, ma alla fine invece quello svoltosi nell’aula consiliare di palazzo Zanca si è trasformato in un incontro informale, non per questo meno importante. L’assessore all’urbanistica Giuseppe Corvaja si è infatti soffermato a parlare con coloro a quali era stato chiesto di partecipare alla seduta di commissione che però, come spesso accade, a causa di assenze ormai croniche, è stata rinviata per la mancanza del numero legale. Eppure, l’argomento all’ordine del giorno avrebbe meritato ben altra attenzione, trattandosi infatti delle problematiche inerenti la situazione del torrente Trapani, alla luce delle indagini svolte dal Dipartimento di Ingegneria Civile dell’Università di Messina, ovvero “Lo studio di pericolosità e di rischio della vallata Trapani”. Tra i presenti l’ing D’Andrea, proprietario di un terreno acquisito a seguito di una dismissione operata dal Comune e in attesa di ottenere le autorizzazioni necessarie per la realizzazione del progetto, il sig. Brignadì, amministratore del condominio “La Residenza”, ancora senza luce e l’imprenditore Pettina proprietario della ditta finita nel mirino della Procura.

A sedere tra i banchi anche il presidente del IV quartiere, Francesco Quero, che “approfittando” della presenza di Corvaja ha rappresentato i suoi timori per la situazione che interessa proprio il Torrente Trapani. Ciò, non solo alla luce dello studio dell’Università, ma anche della relazione, realizzata a titolo volontaristico, come specificato dallo stesso presidente, dal geologo Antonio Gambino. Quest’ultimo ha infatti ribadito le criticità già rilevate nella relazione dello studio della facoltà di Ingegneria, con riferimento soprattutto al collettore dove sono convogliate le acque piovane provenienti dalla collina. In sostanza, secondo quanto spiegato, l’acqua piovana che discende dal torrente ancora scoperto e che scorre su un letto permeabile, ad una pendenza molto elevata del 30%, è indirizzata verso il bacino coperto, accedendo dal appunto dal collettore sopracitato. Alla luce di tale fatto, Il dott. Gambino nella scheda di criticità e rischio formulata, sostiene che è possibile, e quindi probabile, un innalzamento della corrente a tergo dell’imbocco del collettore idraulico sottostante, con conseguente tracimazione delle portate di piena dello stesso, con il trasporto di materiale detritico solido ad alte velocità sulla carreggiata.

“Si potrebbero inoltre incrementare – si legge ancora – le portate di piena, a causa della impermeabilizzazione di superfici per lo più del versante sinistro del torrente e in seguito agli interventi edilizi realizzati ed infine verificare fenomeni di intensa erosione del suolo per ruscellamento superficiale con conseguente trasporto a valle verso la via Torrente Trapani (e Via Fratelli di Mari) di materiale detritico di varia pezzatura”. In pratica, nulla di diverso da quanto già avvenuto in passato con fenomeni di normale intensità. E a questo proposito però che Quero mostra le maggiori preoccupazioni, poiché le “bombe d’acqua” non sono più un’eccezione: «Cosa potrebbe avvenire – domanda il presidente – in queste evenienza, al Trapani come negli altri torrenti coperti del centro cittadino?». Valutazioni che spingono lo stesso Quero, a voler adottare un atto di indirizzo verso l’amministrazione e a convocare in un’assemblea popolare, gli attori istituzionali, economici, produttivi e sociali collegati allo sviluppo urbanisitico ed edilizio del territorio della IV Circoscrizione, per un confronto pubblico trasparente.

I dubbi mostrati dal presidente e le espressioni utilizzate per parlare del rischio idraulico della vallata, – che per motivi non meglio precisati “urtano” la sensibilità dell’ing, Giacobbe, esperto del sindaco – sono invece condivise dall’assessore all’urbanistica che, infatti, nella delibera predisposta lo scorso 29 novembre, avente ad oggetto “Variante parziale alle Norme di attuazione per il miglioramento delle condizioni di sicurezza del territorio comunale” , chiede che vengano fornite all’Ufficio difesa del suolo tutte le segnalazioni di criticità provenienti da qualsiasi soggetto, istituzionale e non, citando proprio la delibera appositamente predisposta sull’argomento dal IV quartiere.

Corvaja non nasconde di puntare molto sulla delibera che dovrà ora passare all’esame del consiglio: «Si puo’ fare tanto» commenta sottovoce, perché il documento non riguarda solo il Torrente Trapani. Partendo dal caso in oggetto, l’atto prevede che il “rilascio di qualsiasi provvedimento abilitativo edilizio (insediamento, demolizione, costruzione) sia da sottoporre alle condizioni di sicurezza della via d’accesso esistente in asse al torrente ed alla conseguente eliminazione delle criticità elevate con particolare riguardo a quella idraulica dell’imbocco del collettore nel bacino Trapani alto e all’inadeguatezza del sistema complessivo di convogliamento e recapito nel collettore Trapani basso”. Ma come detto, la nuova delibera estende vincoli e norme ben precise a tutte quelle aree “ovunque ricadenti nel territorio comunale, anche se parzialmente interessate dall’intervento edificatorio, che – sulla base della carta della suscettività all’urbanizzazione allegata al vigente Prg, non risultano classificate come AREE STABILI”. Quest’ultime come riportato nella cartografia allegata alla delibera in questione non sono poche. Il provvedimento dovrà ora passare al vaglio del consiglio comunale, dove di certo le “osservazioni”, più o meno sensate, più o meno “pilotate” non mancheranno. (ELENA DE PASQUALE).