Dipendenti dell’ente Teatro senza stipendi. Ordile scrive alla Regione

“Paghiamo gli stipendi di luglio e agosto ai dipendenti dell’ente”. E’ l’appello alla Regione, ed in particolare all’assessore Tranchida, del presidente dell’ente Teatro di Messina, Luciano Ordile, che aveva effettuato la stessa richiesta già il 18 luglio scorso.

Ordile chiede il provvedimento di anticipazione della quota della seconda semestralità del contributo 2011 per spese urgenti e indifferibili, in questo caso le somme occorrenti, come da documentazione già da tempo in possesso dell’Assessorato, al pagamento degli stipendi di luglio e agosto 2012 dei dipendenti dell’ente.

“I dipendenti – scrive appunto Ordile a Tranchida – versano in uno stato di profondo disagio, di cui sono certo lei è solidalmente partecipe. Faccio appello anche alla comune esperienza in questo ente, quando lei ne è stato apprezzato consigliere di amministrazione. La situazione dei dipendenti ormai è obiettivamente insostenibile, dati i molti impegni che, come si può immaginare, ognuno di loro deve mantenere».

Il presidente Ordile ha scritto anche al direttore generale dell’assessorato al turismo, Marco Salerno, e ricorda come già in precedenza l’assessorato era stato informato sul fatto che il conto consuntivo 2010 dell’Ente è in avanzata fase di predisposizione e che la parte finanziaria dello stesso, già elaborata, è stata sottoposta all’attenzione del Collegio dei Revisori. Su queste basi era stata chiesta l’anticipazione di una quota della seconda semestralità del contributo relativo all’anno 2011 per far fronte alle competenze del personale e relativi oneri, con riferimento ai mesi di luglio e agosto 2012. A tal fine era stato allegato il prospetto elaborato dall’Ufficio paghe in cui risulta quantificato l’ammontare delle due mensilità per una somma vicinissima ai 400mila euro.

Il presidente dell’ente Teatro, che ha coinvolto anche l’assessore regionale all’economia, Gaetano Armao, chiede anche la solidarietà di tutte le forze politiche: «Credo fortemente che la causa della cultura sia una causa comune. Lo diventa ancora di più quando, come in questo caso, è messa in discussione la situazione sociale ed economica di dipendenti che lavorano in un ente che mai ha avuto bilanci in rosso. A loro va la mia più grande solidarietà e la conferma dell’impegno, mio personale, del consiglio di amministrazione e del sovrintendente affinché si superi nel migliore dei modi questa attuale, difficile, fase».