24 ore di sciopero tra il 1° e il 2 marzo. Le ragioni di Orsa Marittimi

Si profila un nuovo blocco dei trasporti nelle acque dello Stretto. Questa volta alla base dello stop il muro contro muro che continua tra la Caronte e Tourist e il sindacato Orsa.

Il Palazzo del Governo ha ospitato una riunione convocata nell’ambito della procedura di raffreddamento conseguente alla proclamazione dello stato di agitazione del personale marittimo iscritto al sindacato “Or.S.A.” della “Caronte & Tourist S.p.A.”.

La riunione, presieduta dal Capo di Gabinetto Romano e cui hanno partecipato Famiani e Minuti per la Caronte-Tourist, si è conclusa con il mancato raggiungimento dell’accordo e, pertanto, resta confermato lo sciopero già fissato per i giorni 1 e 2 marzo prossimi secondo modalità che saranno tempestivamente comunicate all’utenza.

Uno dei punti di frizione fra la parte sindacale e quella datoriale è stato rappresentato dalla problematica inerente l'ammissione al sistema di relazioni sindacali del sindacato “Or.S.A. Marittimi”, non firmatario del contratto collettivo nazionale di settore, e la Società armatrice. Ma la protesta – spiega l'Orsa – verte anche su pesanti problematiche da tempo evidenziate alla compagnia di navigazione, tra cui: il mancato rinnovo dell’integrativo aziendale, scaduto da ben due anni, l’impugnazione del verbale di riunione del 21 novembre 2012, poiché peggiorativo delle condizioni economiche dei lavoratori, il mancato rinnovo del contratto e inflazione programmata, disfacimento del quinto turno già regolarizzato dai contratti in atto, discussione di eventuali esuberi già dichiarati dalla società, il rispetto del contratto sui compensativi servizio giornaliero.

"L’incontro – afferma la segretaria regionale, Antonella Di Maio – si è concluso, come era prevedibile, senza nessun risultato, l’azienda, non ha mai dato risposte ai quesiti posti, nessuno dei punti citati è stato mai stato affrontato e risolto. Il livello di insoddisfazione tra il personale marittimo è arrivato al limite del sostenibile, da ultimo infatti, un accordo tra i sindacati e la società che toglie materialmente dalla tasca dei lavoratori circa 800 euro all’anno, in un clima di crisi e di ristrettezze economiche, aggiunge la Di Maio, sembra sempre che a rimetterci siano i lavoratori chiamati, per un non so quale spirito di solidarietà, a decurtare dal fabbisogno della propria famiglia risorse che fino a qualche giorno prima apparivano dovute in forza di legittimi contratti aziendali".

"L’Orsa ritorna a manifestare grazie ai lavoratori che la sostengono e la costituiscono. Il nostro sindacato – aggiunge la Segretaria – ha continuato in questi mesi a fare sentire la propria voce opponendosi fortemente alle procedure di esuberi e alla mobilità, portando con sé piccoli risultati grazie alla collaborazione delle Istituzioni. L’Orsa dichiara lo sciopero e pone l’attenzione, ancora una volta, sulle esigenze dei lavoratori stanchi e logorati dai continui sacrifici a cui sono chiamati a rispondere e denuncia una “singolare” gestione delle Relazioni Industriali da parte di Caronte&Tourist che convoca puntualmente Organizzazioni Sindacali non firmatarie di contratto ma non intende confrontarsi con l’OrSA Marittimi che continua a crescere in termini di adesioni. Alla luce dei fatti sorge il fondato sospetto che la mancata sottoscrizione del CCNL sia un futile pretesto per allontanare il sindacato scomodo che non si allinea al diktat aziendale".

"Se per ottenere il tavolo delle trattative in Caronte&Tourist bisogna sottoscrivere accordi territoriali contro gli interessi dei lavoratori – conclude la Di Maio – preferiamo portare avanti le nostre battaglie dall’esterno con l’impegno dei lavoratori militanti e della società civile che fin oggi ci ha sostenuti nella protesta".