Oltre 200 migranti nella tendopoli nonostante il parere negativo delle numerose relazioni Asp

Tendopoli nuovamente al collasso. Gli ultimi sessanta migranti trasferiti nel campo profughi di Messina, che sono andati ad aggiungersi ai cento del giorno prima e ai quaranta rimasti dal precedente gruppo – quello arrivato in riva allo Stretto il 4 Gennaio – hanno riportato le tende quasi ai limiti della capienza, con circa 210 unità rispetto ad un limite massimo di 250. Dai migranti sub-shariani presenti da giorno 4 Gennaio, l’ultimo pullman è partito per la città di Gorizia. Dei nuovi arrivati, invece, sempre per la maggior parte ragazzi sub sarhariani che provengono da Gambia, Ghana, Senegal e Mali – non sono presenti persone provenienti dal Corni D’Africa o dalla Siria – sono stati tutti soccorsi in mare dalle navi della Marina Militare impegnate nell’operazione Mare Nostrum ed arrivano direttamente dallo sbarco ad Augusta e Lampedusa, dopo aver già svolto la procedura di foto segnalamento.

È caduto al momento nel vuoto l’appello del deputato nazionale del Movimento 5 Stelle, Francesco D’Uva, che pochi giorni fa ha dichiarato, carte alla mano: “la tendopoli deve essere immediatamente smantellata”. Preso atto della relazione sanitaria del 25 ottobre 2013, il Ministero – rispondendo all’interrogazione parlamentare di D’Uva – spiega che a suo tempo: “il centro è stato dismesso il 29 Novembre e il palasport è stato formalmente riconsegnato all’Università”. E qui entra in scena il campo da baseball: “Nel frattempo – scrive il Viminale – è stata richiesta all’Ateneo la disponibilità dello stadio da baseball sito nel medesimo plesso sportivo”. Nei verbali dei sopralluoghi prefettizi effettuati nel campo prima dell’allestimento della tendopoli si rilevano i pareri circa il sistema di drenaggio che causerà il puntuale allagamento dell’area ad ogni pioggia. Nella relazione del 31 ottobre 2013 viene riportato che: “Trattandosi di un campo da gioco, come riferito da personale dell’Università di Messina, presenta un buon sistema di drenaggio delle acque”, mentre in una relazione dei Vigili del Fuoco effettuata l’8 Novembre 2013 si legge che: “come riferito anche da personale addetto alla manutenzione della struttura una parte del campo sportivo potrebbe essere soggetta ad allagamenti in caso di forti piogge”.

Poi, il 26 dicembre, dopo una notte di temporali, l’allagamento del campo e le proteste di migranti e società civile. Di seguito la successiva relazione dell’azienda sanitaria del 30 dicembre 2013: “Nel campo da baseball sono state istallate 32 tende ognuna di circa 28-30 mq; nelle poche che è stato possibile visitare si notavano otto posti letto e nessun armadietto spogliatoio. Presenti 150 ospiti. Sarebbe il caso di prendere in considerazione la riduzione dei posti letto per evitare il sovraffollamento delle stesse. Per quanto riguarda la maxi tenda ove avviene la distribuzione dei pasti, è attrezzata per circa 100 unità”. Piccola nota a margine, i tecnici della prevenzione impegnati nel sopralluogo sottolineano che il giorno prima “non è stato possibile effettuare un ulteriore sopralluogo in quanto il responsabile della sicurezza del campo non ha acconsentito l’ingresso alla struttura, pertanto, si richiama, per quanto riguarda le condizioni igienico sanitarie, quanto già descritto in merito nella precedente relazione del 25-10-2013”. Su questo tono anche la relazione del 7 Gennaio in cui viene dichiarato che:Sulla base di quanto si è potuto osservare allo stato attuale, si ritiene che gli inconvenienti igienici rilevati, se non rimossi con sollecitudine, possono costituire potenziale causa di nocumento per la salute degli occupanti”. Disagi e condizioni critiche confermate anche dal sopralluogo effettuato qualche giorno dopo – 9 Gennaio 2014 – dall’Ufficio Sanitario Provinciale della Questura di Messina.

Tra i verbali dei sopralluoghi preliminari all’individuazione di un posto per l’accoglienza dei migranti, invece, spicca quello del 7 ottobre 2013, in cui viene descritto un sopralluogo effettuato da tutti i rappresentanti delle istituzioni preposte – compresi gli assessori Signorino e Cucinotta – al residence per studenti presso la cittadella Universitaria dell’Annunziata, attualmente inutilizzato. “Costituito da un fabbricato con circa 40 stanze – si legge nel verbale- per tre/quattro persone, dotate di bagno interno. La struttura, sebbene in buone condizioni, mal si presterebbe, secondo la Questura, ad una facile sorvegliabilità, attese le innumerevoli vie di fuga, per soggetti che non dovessero essere richiedenti asilo. Il personale dell’Università di Messina, presente al sopralluogo, ha sottolineato la promiscuità del luogo con le vicine Facoltà di lettere e filosofia e con gli impianti sportivi, utilizzati anche da minori”. Sorvolando sui dubbi sollevati dall’Università – che ci restano oscuri, dal momento che la tendopoli sorge accanto all’istituto Basile – sono due le criticità che un simile verbale solleva: in primo luogo il problema della Questura circa i non richiedenti asilo sembra scontrarsi con le dichiarazioni ufficiali che vogliono il centro di Messina allestito solo per richiedenti la protezione internazionale. In secondo luogo, perché il Comune ha accettato una motivazione puramente securitaria preferendo proporre in alternativa un posto difficilmente accettabile – data l’istanza di demolizione – come il residence Le Dune?

Eleonora Corace