False fatture tra Genovese, la Caronte & Tourist e la Ngi: maxi sequestro per oltre 1 milione

E’ una nuova tegola, pesantissima, quella che cade sul capo dell’onorevole Francantonio Genovese a pochissime ore di distanza dalla sentenza di condanna, in primo grado, nel maxi processo Corsi d’Oro 2. Una nuova “tegola” che nasce all’interno del filone di accertamenti fiscali che la Guardia di Finanza di Messina, dal 2006 al 2013, ha effettuato nei confronti del parlamentare.

Solo una settimana fa era stata l’Agenzia delle Entrate a “stangare” Genovese per enormi somme di denaro non dichiarate e detenute in Svizzera. Oggi, invece, a finire nel mirino sono due società di navigazione riconducibili a lui: la Caronte & Tourist e la NGI –Navigazione Generale Italiana – Traghetti Isole Eolie.

I finanzieri, coordinati dal Tenente Colonnello Jonathan Pace, hanno scoperto che Francantonio Genovese, nella sua qualità di avvocato, avrebbe fatturato delle consulenze alle due società di navigazione, in realtà mai avvenute. Il tutto per un totale di oltre 3milioni di euro.

Dagli accertamenti è emerso che queste consulenze, in realtà, venivano realizzate da altri studi professionali e non da Genovese avvocato, nonostante le fatture le emettesse infine il parlamentare.Le fatture consentivano alle società di abbattere il proprio reddito, pagando meno tasse, con una evasione calcolata in un milione di euro.

Anche Genovese a sua volta così facendo riduceva il proprio reddito, utilizzando altre fatture non veritiere per prestazioni di servizi, soprattutto per attività di disbrigo pratiche d’ufficio e gestione contabile, emesse a loro volta dalla Caleservice s.r.l. di Messina, società di cui detiene il 99% delle quote sociali.

La Caleservice presentava bilanci costantemente in perdita, non si trovava mai in una posizione debitoria nei confronti del Fisco. Le perdite erano dovute sia al pagamento di cospicui interessi su mutui accesi per l’acquisto di immobili, che pur risultando formalmente intestati alla società, erano di fatto riconducibili al patrimonio immobiliare del deputato, e al sostenimento di altri costi, ritenuti dagli investigatori non attinenti la gestione societaria ma relativi ad esigenze di natura personale dello stesso ex deputato.

L'altro filone di indagine riguarda la mancata dichiarazione dei redditi derivanti dalle somme detenute in Svizzera, ossia i fondi contestatigli dall'Agenzia delle Entrate. I finanzieri hanno in particolare analizzato gli interessi maturati tra il 2008 e il 2014, che non dichiarati hanno apportato un danno all’Erario per due milioni di euro.

Nel complesso, i finanzieri hanno accertato un’evasione di ben 1 milione e 200mila euro. A fronte di tutto questo, su richiesta del Sostituto Procuratore Antonio Carchietti, il Gip Monica Marino ha firmato un provvedimento di sequestro nei confronti dei conti corrente delle due società di navigazione, mentre i rappresentanti pro-tempore sono indagati per dichiarazione fraudolenta mediante utilizzazione di fatture false.

(Veronica Crocitti)