Secondo Palazzo giustizia, Croce blocca l’iter avviato dal Consiglio comunale

La lunga vicenda del secondo palazzo di giustizia si arricchisce di un nuovo capitolo. Il commissario straordinario Luigi Croce, ha infatti bloccato l’iter avviato l’8 febbraio scorso dal Consiglio comunale con l’approvazione della Delibera 10/C , con cui si è deciso di ripartire da una nuova commissione e da un nuovo rup, ferme restando la procedura del 2009 e le offerte presentate in quell’occasione (vedi correlato) .

In virtù dell’emendamento sub 3 approvato dall’Aula, i consiglieri comunali hanno infatti deciso di non approvare i verbali della commissione; di non ratificare la graduatoria; di non confermare la scelta del complesso immobiliare in vendita dal raggruppamento societario G.M.C srl – Raffone Placido s.a.s – Dino srl e soprattutto di «dare mandato al commissario straordinario in esecuzione della sentenza del CGA per la Regione Sicilia n. 651/2011 di rinnovare, senza ritardo, la procedura dell’acquisto dell’immobile da destinare a secondo palazzo di giustizia nel suo atto finale, nominando eventualmente una commissione giudicatrice ed un nuovo Rup, affinché effettui la valutazione delle offerte».

Dalla votazione in Aula del provvedimento tutto è rimasto fermo sino al 28 marzo, quando il reggente di Palazzo Zanca ha fatto recapitare sulla scrivania del dirigente al Patrimonio, Domenico Signorelli, una nota in cui fa rilevare che «la deliberazione 10/C 2012 si limita a non approvare gli atti di gara senza indicare né i segmenti viziati né i vizi dai quali gli stessi sono ritenuti affetti» e contesta la scelta del Consiglio di affidare al Commissario il compito di rinnovare la procedura nel suo atto finale «senza lasciare neppure sufficientemente comprendere quale sia l’ultimo atto della serie procedimentale da ritenere legittimo e quale il primo viziata».

In pratica, a distanza di un mese e mezzo dal via libera in Consiglio comunale il commissario comunica che l’atto è “incompleto” e che «in tali condizioni il Dirigente non può dare attuazione alla deliberazione, in quanto finirebbe con l’operare un’indebita integrazione in difetto della correlativa attribuzione, della volontà consiliare, così rischiando di viziare nuovamente il procedimento per incompetenza». L’ex procuratore capo ha invitato, quindi, il dirigente « a predisporre idonea proposta di deliberazione da sottoporre al Consiglio affinché provveda ad integrare la precedente con i necessari elementi».

La lettera di Croce ha già avuto la risposta di Signorelli, che tuttavia non intende assecondare la richiesta del commissario, come da lui stesso sottolineato nella nota inviata l’11 aprile, indirizzata anche al presidente del Consiglio comunale Pippo Previti. Il diniego del dirigente non è andato giù a Croce, che il 16 aprile ha scritto una nuova nota , con cui si rivolge stizzito al funzionario comunale evidenziando che « risulta alquanto irrituale, oltre che di difficile comprensione, il percorso intrapreso dalla S.V. sulla richiesta formulata dallo scrivente». Per nulla soddisfatto della risposta ricevuta , Croce ha quindi reiterato il suo diktat, chiedendo ancora una volta l’integrazione alla delibera Delibera 10/C.

Al carteggio tra il commissario ed il dirigente al Patrimonio si aggiunge anche la nota inviata dal presidente del Consiglio Previti al segretario generale ed al dirigente Affari di Giunta e Consiglio, figure che in questo momento – dopo il pensionamento di Giuseppe Mauro -sono entrambe rappresentate da Santi Alligo.

«Questa presidenza, a seguito dell’incontro con i capigruppo – scrive Previti – è dell’avviso che la Delibera contiene in sé tutti gli elementi per proseguire nell’iter, così come d’altronde viene indicato nella sentenza del Cga».

Lasciando ad Alligo il compito di riscontare e comunicare eventuali “anomalie” , il presidente del Consiglio , ricordando che la delibera in questione è stata approvata l’8 febbraio mentre la nota di Croce porta la data del 28 marzo, conclude in maniera pungente: «stranizza tale dilatazione temporale alla luce anche dell’emendamento citato nel quale si sottolinea l’urgenza di procedere agli atti successivi da porre in essere».

Viste le premesse ed i botta e risposta tra Croce e Signorelli, i tempi sembrano destinati a dilatarsi ancora, a tal punto da pensare che anche questa patata bollente arriverà nelle mani del prossimo sindaco di Messina. Che probabilmente è esattamente ciò che vuole il commissario Croce, ormai alla fine del suo mandato. (Danila La Torre)

IN ALLEGATO LE PRECISAZIONI DEL COMMISSARIO CROCE