Doppio incarico, la commissione verifica dell’Ars vota per la decadenza da deputato di Buzzanca

Nuovo duro colpo al doppio incarico di Giuseppe Buzzanca. Che si ostina a non voler decidere, nonostante la Corte costituzionale abbia per ben due volte ribadito che mantenere contemporaneamente le cariche di sindaco e di deputato regionale sia illegittimo, concetto ribadito anche dal tribunale di Messina. Il 6 dicembre si terrà l’udienza in Cassazione sul ricorso di Giuseppe Rodi, ma la novità arriva direttamente da Palermo. Dopo la diffida presentata dall’avv. Antonio Catalioto per conto del primo dei non eletti all’Ars, Antonio D’Aquino (nel frattempo passato dal Pdl all’Mpa), oggi si è riunita la Commissione verifica poteri del parlamento regionale. E con una votazione a larga maggioranza (6 favorevoli, 3 contrari e un astenuto) si è pronunciata chiedendo la decadenza di Buzzanca da deputato. Il fatto che la votazione sia avvenuta a maggioranza e non all’unanimità apre un’ulteriore finestrella temporale a favore di Buzzanca: entro Natale il presidente della Commissione, Francesco Cascio (che è anche presidente dell’Ars) dovrà convocare un’udienza pubblica nella quale le due controparti esporranno le proprie posizioni. In seguito la Commissione tornerà a riunirsi per pronunciarsi in maniera definitiva e passare la palla all’Ars, a cui spetterà l’ultima parola. Quale sarà il finale di questa vicenda appare scontato, considerando quali sono gli attuali assetti politici a Palermo. Ma ormai nulla è scontato.

Intanto, sempre questa mattina al prefetto di Messina Francesco Alecci è stato consegnato un documento (IN ALLEGATO IL PDF) a firma del segretario cittadino dell’Italia dei Valori di Messina Salvatore Mammola e del segretario provinciale Antonino Alessi per chiedere di intervenire sul “caso Buzzanca” «per quanto di sua competenza, in conformità alle superiori decisioni della Corte Costituzionale e dei giudici territoriali, affinché venga immediatamente ripristinata la piena legalità. Essendo decorsi i dieci giorni dalla pubblicazione della sentenza della Corte Costituzionale nella Gazzetta Ufficiale n. 48 del 16 novembre, senza alcuna decisione e scelta da parte dell’on. Buzzanca, tra le due cariche che ricopre; lo stesso per effetto della sentenza della Corte d’Appello di Messina, deve essere ritenuto decaduto dalla carica di sindaco». Da un lato si chiede la decadenza da deputato, dall’altro da sindaco. Ma Buzzanca decide ancora di non decidere.