Montemare fa sul serio. Richiesta alla Regione la nomina di un commissario ad acta

Il silenzio degli ultimi mesi poteva far credere ad alcuni che la proposta fosse passata in cavalleria. Invece il comitato promotore per l’istituzione del Comune di Montemare va dritto per la sua strada. Entro il 23 gennaio, il Comune di Messina avrebbe dovuto dare il suo parere, anche se non vincolante, ma da palazzo Zanca non è arrivata alcuna risposta.

Ecco che allora il Comitato ha inoltrato alla Regione la richiesta di nomina di un commissario ad acta secondo quanto previsto dalla legge regionale 30/2000. “Nel rispetto dei tempi previsti dalla suddetta legge – scrive il comitato -, il commissario dovrà provvedere ad inviare la documentazione relativa all’istituzione del nuovo Comune, all’assessorato agli Enti Locali della Regione Siciliana, sostituendosi al Comune di Messina inadempiente. Il presidente della Regione indirà allora il referendum attraverso il quale si otterrà l’autonomia se voteranno “sì” almeno il 50% più uno degli aventi diritto al voto.”.

Il Comitato promotore precisa inoltre che il parere espresso il 21 gennaio 2013 dal consiglio della VI circoscrizione è “ininfluente sull’iter del progetto, non previsto dalla normativa, non è stato richiesto da alcun organo istituzionale ed è fuori termine (il termine era il 23 novembre 2012) per essere compreso nelle osservazioni”.

La zona, secondo l’ultimo censimento, è abitata da 8779 residenti e rappresenterebbe l’undicesimo Comune, per numero di abitanti, della Provincia. Nello specifico si tratta di: Castanea (2326 abitanti), Spartà (1297), Rodia (1294), Salice (998), Gesso (905), San Saba (574), Massa San Giorgio (367), Massa Santa Lucia (327), Acqualadrone (198), Massa San Giovanni (196), Piano Torre (156), Orto Liuzzo (141).

Indipendentemente dalla validità del progetto o meno e dalle opinioni più disparate di tutti i rappresentanti delle istituzioni, a palazzo Zanca è necessario domandarsi sul serio cosa in questi anni sia stato fatto per le circoscrizioni, che continuano a non avere potere decisionale né risorse economiche. (Ma. Ip.)