La Provincia pronta a scommettere sull’aeroporto di Reggio e Messina

Ci sono treni che quando passano è bene non perdere. L’aeroporto dello Stretto oggi è uno di quei “treni”. E’ questo in sintesi il messaggio emerso dal forum Sogas 2.0 che si è tenuto oggi alla Camera di Commercio alla presenza dei vertici della società che gestisce il Tito Minniti, dei presidenti delle province di Reggio Calabria e Messina, nonché dei presidenti di Confindustria Messina, Confesercenti e dei rappresentanti delle categorie produttive. Lo scalo aeroportuale di Reggio Calabria ha ottenuto il via libera, dopo oltre 70 anni dalla nascita, alla concessione ventennale e si appresta a completare la fase di privatizzazione, con l’ingresso al 40% di gruppi imprenditoriali. Il piano industriale presentato al Ministero a giugno prevede il salto di qualità che consentirà la charterizzazione e l’ingresso di voli internazionali. Se a questo si aggiunge il fatto che l’aeroporto di Catania, Fontanarossa, ad ottobre chiuderà per almeno un mese, si comprende l’importanza di sedersi tutti intorno ad un tavolo per far sì che l’aeroporto di Reggio diventi “lo scalo dello Stretto”, per tutta l’utenza della provincia di Messina.

Anche in quest’ottica Palazzo dei Leoni sta studiando il modo per rimodulare la delibera dell’agosto 2011 con la quale il Consiglio provinciale fissava la dismissione delle quote dalla Sogas e invertire la rotta.

“Oggi non c’è più lo stesso contesto- ribadisce l’assessore provinciale alle partecipate Michele Bisignano- sarebbe da folli uscire da una società che da due anni ha il bilancio in pareggio, ha ottenuto la concessione ventennale con le prospettive di voli charter e internazionali e si appresta a far entrare privati per il 40%. Ragioniamo nell’ottica dell’area integrata dello Stretto e chiediamo servizi per i messinesi, ma non perdiamo questo treno.Ridiscutiamone in Consiglio, senza preconcetti. Parliamo del pontile di Ravagnese, dei bus navetta e dei pullman collegati con Metromare, discutiamone adesso, subito”.

L’amministrazione Ricevuto sta pensando ad una nuova delibera che inverta la rotta rispetto a quella del 2011 che prevedeva la dismissione delle quote e sarà discussa in Consiglio. Contemporaneamente si stanno studiando le modalità per rivalersi nei confronti del vecchio Cda della Sogas, che ha lasciato ai nuovi soci casse non solo vuote ma piene di debiti. E il pensiero segreto è quello di chiamare lo scalo un giorno: aeroporto di Reggio e Messina.

“Al nostro primo incontro con l’Enac siamo usciti stravolti- ricorda il presidente della Sogas Carlo Alberto Porcino– per la situazione che era stata lasciata dal vecchio Cda. In due anni abbiamo chiuso i bilanci in attivo, ma soprattutto ci siamo armati di forbici. Abbiamo tagliato consulenze esterne che gravavano per 600 mila euro l’anno, tagliato i contratti in esternalizzazione, nonostante vi fossero ben 57 dipendenti interni, abbiamo tagliato oltre 10 mila ore di straordinari e contratti ad personam a cifre eccessive. Tutto questo lo abbiamo fatto insieme ai sindacati”.

Le spese per il personale gravavano per il 93% sul bilancio, oggi sono state dimezzate. I buchi ripianati, grazie anche alle somme immesse dalla Provincia di Reggio Calabria come ricordato dal Presidente Giuseppe Raffa che in pochi anni, insieme alla Regione Calabria, ha sborsato 25 milioni di euro. L’obiettivo della Sogas è arrivare a 1 milione e 200 mila passeggeri. Nel 2012 sono stati quasi 600 mila e si spera di arrivare ad 800 mila entro breve.

In questo quadro Messina avrà un ruolo fondamentale, soprattutto quando saranno attivati i voli internazionali ed i charter.

“Puntiamo ai flussi turistici, ai collegamenti con le isole Eolie o Taormina– spiega Porcino- ma per farlo devono essere cancellate alcune limitazioni che oggi gravano sullo scalo e che vietano l’atterraggio in alcuni casi”.

La Sogas ha già chiesto l’eliminazione di tutti questi impedimenti anche in vista della chiusura per un mese di Fontanarossa, che comporterà lo spostamento di flussi di viaggiatori ma anche di voli. I tempi per agire sono strettissimi, al momento 2 gruppi imprenditoriali internazionali hanno presentato le offerte per la privatizzazione e saranno valutate nelle prossime settimane.

“Noi ci abbiamo creduto e continuiamo a crederci- ha dichiarato il presidente della Provincia di Messina Nanni Ricevuto- e se in passato non ci sono state le condizioni adesso con questo Cda possiamo discutere”.

Si deve lavorare soprattutto sui servizi, sul ripristino del collegamento col pontile di Ravagnese, sul potenziamento dei pullman e del binomio Metromare-bus navetta, su prezzi accessibili e su convenzioni per i parcheggi. In quest’ottica nei prossimi giorni sarà attivato un tavolo di confronto aperto a tutte le categorie, compresi operatori del turismo e agenti di viaggio, per presentare proposte e critiche.

“Non avrebbe alcun senso oggi- ha sottolineato nel suo intervento il presidente di Confindustria Messina Ivo Blandina- uscire fuori da una società che ha ripianato i debiti, è sana, sta per avere una concessione ventennale e sta per avere nuovo ossigeno dai privati. Sarebbe assurdo uscirne adesso che sta per aumentare il suo valore. E lo dico pensando non solo al socio Provincia, ma anche agli investitori privati del nostro tessuto economico”.

Senza andare troppo lontano, la Saac di Catania ha visto scommettere proprio gli imprenditori etnei della Camera di Commercio.

Rosaria Brancato