La voce del no all’omofobia e sì alle unioni civili approda in Aula. Se non ora, quando?

Perché occupiamo il Consiglio comunale. Questo il titolo del documento letto e sottoscritto oggi in Aula sulle tematiche dell’omofobia e delle unioni civili. Perché occupiamo il Consiglio comunale. Verrebbe da aggiungere “perché, se non ora, quando?”. Perché è adesso che le istanze dei messinesi devono avere diritto di spazio e di parola anche in Consiglio comunale.

Le dichiarazioni omofobe su Facebook del consigliere comunale Pd Nicola Cucinotta, la sospensione dal partito richiesta dal segretario regionale Fausto Raciti, la solidarietà a Cucinotta dal deputato regionale Franco Rinaldi, il sostegno dei 3 capigruppo Pd David, Santalco, Pagano, e dall’altra parte il coro di protesta delle associazioni, dell’Arcigay e di parte del Pd cittadino, hanno riacceso il dibattito sul Registro delle Unioni civili, congelato un anno fa, artatamente, dal consiglio comunale ostaggio dei veti incrociati e delle ritrosie dei centristi. Ma ci sono realtà che non si possono chiudere in un armadio, e la battaglia per i diritti civili è riesplosa a Palazzo Zanca, tra palloncini colorati, cartelloni “love is love” ed una protesta silenziosa che mira alla coscienza più che al clamore.

Eppure quegli striscioni sull’amore esposti sulla tribuna riservata al pubblico hanno rischiato di non avere asilo nell’Aula consiliare, e la seduta rischiava di non iniziare con l’ipocrisia e l’alibi che “non è consentito protestare con cartelli e manifesti” durante i lavori. Fatto questo smentito oltre che dal buonsenso anche dalla cronaca di decine di sedute ben più rumorose e accese.

In un primo momento i manifestanti sono stati invitati a togliere gli striscioni e ad arrendersi al fatto che questo Consiglio comunale non intende parlare del registro né accelerare quel percorso fermato un anno fa.

All’invito rivolto ai presenti dalla presidente Barrile gli striscioni è seguita immediata la protesta dei consiglieri comunali Nina Lo Presti, Daniele Zuccarello, Donatella Sindoni, Gino Sturniolo Ivana Risitano e Lucy Fenech, che hanno ritirato i tesserini e sono saliti in tribuna al fianco delle associazioni dichiarando che non avrebbero preso parte alla seduta se non dopo che fosse stata consentita l’esposizione dei cartelli.

Se l’Aula ha dato voce al legittimo diritto alla casa e al lavoro dovrebbe fare altrettanto per i diritti civili. L’assenza dei 4 “ribelli” peraltro avrebbe fatto cadere un già traballante numero legale. A far da mediatrice è stata la presidente Barrile che ha fatto scendere dalla tribuna in Aula i manifestanti, ha ammesso ad apertura dei lavori il documento sottoscritto da Rosario Duca e Alessandro Russo in rappresentanza di associazioni, Pd e Arcigay, lo ha letto ed ha poi assicurato che il Consiglio esaminerà la delibera sul registro delle unioni civili entro il 30 ottobre.

La seduta ha seguito quindi l’ordine dei lavori prestabilito con Tari e Tasi in primo piano.

Non è più tempo di rinvii- si legge nel documento- E’ tempo che la questione dei diritti civili diventi centrale per la politica di questa città. E’ di poche ore fa la morte di un ennesimo ragazzo, un sedicenne della provincia di Siracusa, impiccatosi perché fatto oggetto di scherno e di emarginazione. Una morte che come le tantissime altre di persone che amano persone dello stesso sesso trova origine nella paura della diversità, nell’atteggiamento di emarginazione che la società dei benpensanti costruisce per relegare ai margini coloro i quali “osano” avere sentimenti differenti dalla “normalità”. La politica ha l’obbligo morale non soltanto di contrastare questi atteggiamenti laddove si manifestano, col loro carico di odio e di violenza verbale che spesso li contraddistinguono. No. Non solo questo. Noi crediamo che la politica debba muovere il primo passo, debba essere l’artefice del cambiamento in una società che fa difficoltà a ripensarsi su temi come la inclusione delle diversità sentimentali”.

Già da due anni l’Arcigay ha lanciato la campagna “Love is Love” , per l’istituzione del registro per le unioni civili a Messina, raccogliendo migliaia di firme. Un anno fa la discussione sulla delibera fu bloccata rinviando l’esame ad un momento successivo all’approvazione della normativa nazionale. Nel frattempo in tutta Italia, Sicilia e provincia di Messina compresi, sono stati istituiti centinaia di Registri. Solo in riva allo Stretto il provvedimento resta sepolto nei cassetti dell’ipocrisia e della paura. La stessa amministrazione ha smesso di osare e si è accodata ad un Consiglio diventato muto sulla tematica. Il caso Cucinotta ha riaperto una pentola in ebollizione.

“Con questa azione simbolica-si legge ancora- con questa occupazione del luogo più alto del dibattito politico della nostra città, chiediamo queste semplici cose: Che il sindaco e la Giunta prendano un impegno chiaro sull’approvazione del Registro delle Unioni Civili senza rinviare ulteriormente i tempi. Due anni sono passati. E sono troppi. Che il Consiglio comunale si impegni a calendarizzare al più presto la votazione. Chiediamo che nessuno venga più discriminato o si debba uccidere per paura di vivere una vita con la persona che ama.#LoveIsLove”.

Raciti ha chiesto la sospensione di Cucinotta dal Pd. Mentre a Messina si registra la presa di posizione di parte del partito (da Russo a Grioli passando per i Giovani Dem, D’Arrigo, Palano Quero), il deputato regionale Franco Rinaldi esprime solidarietà a Cucinotta definendo la sospensione inopportuna. “lo spazio per chi manifesta con coerenza un credo e una fede cristiana non può essere negato.Anche io pongo come priorità assoluta la tutela della famiglia. Anche io sono contrario per la adozione delle coppie gay. E allora? Per questo motivo non sarei democratico? La parola "democratico" ha ancora un senso se dinanzi ad una legittima esternazione si esplicita un pensiero autentico? La segreteria regionale così sollecita sul caso continua a essere disattenta sulle vere questioni che interessano davvero ai siciliani”. Analoga posizione espressa dai tre capigruppo Pd Paolo David, Giuseppe Santalco e Francesco Pagano con una nota di solidarietà al collega Cucinotta ricordando che ha sempre espresso posizioni coerenti con la linea del Pd.”Il recente intervento del Segretario Regionale del Pd,tiene conto delle sollecitazioni di alcuni iscritti che in occasione delle ultime elezioni amministrative hanno manifestato atteggiamento contrario alla candidatura del Sindaco di area PD. Imbastire un caso politico prendendo spunto da un battibecco che trae origine da esternazioni sui social network è quantomeno improprio. Forse si può rimproverare al Consigliere Cucinotta un argomentare su temi sensibili con eccessiva franchezza ,spinto da un profondo spirito religioso che lo anima. Ma occorre ribadire che il PD ,nella propria essenza statutaria non contempla un azzeramento della cultura di provenienza ex Margherita. La libertà di pensiero non può essere motivo di allontanamento”. David, Santalco e Pagano chiedono a Raciti di “non farsi tirare dalla giacchetta da chi ha spirito di rivalsa e scrive solo su Facebook non avendo più ruoli istituzionali” (ndr.il riferimento dei 3 capigruppo è ad Alessandro Russo e ai renziani) e di ritirare ogni richiesta di sospensione definendo il provvedimento frettoloso e radicale.

“Prendo nettamente le distanze dal mio capogruppo Pagano e da David e Santalco- dichiara invece Daniele Zuccarello- Un conto è la libertà d’espressione un altro è alimentare atteggiamenti di odio, discriminazione e scherno. Il Pd nel quale credo non è un partito omofobo, terra di pregiudizi, ma una casa aperta ai diritti, all’uguaglianza, inclusiva, nella quale non c’è spazio per l’odio e la violenza verbale. Il Pd in cui credo si batte per il Registro delle Unioni civili, non per “mandare nel girone dei peccatori” chi reclama diritti”.

Rosaria Brancato