Messina “annega” tra liquami e piogge. Dal Patto per la Sicilia risorse per torrenti e dissesto

Mentre Messina affonda nei liquami e nel fango dopo neanche un’ora di pioggia, dal Patto per la Sicilia arrivano risorse per i torrenti e le coste.

Oggi pomeriggio ad Agrigento il premier Renzi firma con Crocetta il Patto per la Sicilia (in mattinata firma quello per la Puglia), ma il Patto per Messina Metropolitana è ancora fermo a Roma, in attesa di nuovi passaggi. Su questo punto non ci sono certezze sui tempi,lo stesso sottosegretario De Vincenti al Palacultura ha dichiarato che potrebbero trascorrere alcune settimane necessarie per limare alcuni passaggi. Non sappiamo quindi dove sta l’ostacolo principale, quel che sappiamo è che finora in Sicilia le due “sorelle”, le Città Metropolitane di Palermo e Catania, (per non parlare delle altre Città Metropolitane del Sud come Reggio Calabria) hanno già firmato i rispettivi Patti.

Nel frattempo alla prima pioggia Messina vive tutti i limiti di una città sempre in emergenza. I tombini otturati ed una mancata pulizia prolungata hanno trasformato Messina in una laguna, mentre l’allarme torrenti è tornato in tutta la sua drammaticità.

Su questo secondo fronte però le risposte arriveranno dal Patto per la Sicilia, grazie all’assessore regionale Maurizio Croce che ha inserito tutte le emergenze del territorio messinese tra i progetti del Masterplan. Si tratta di interventi per il dissesto idrogeologico.

“Messina nel Patto per la Sicilia è al centro degli investimenti per il dissesto idrogeologico- commenta il capogruppo Ars di Sicilia Futura Beppe Picciolo- per questo ringraziamo anche l’infaticabile lavoro dell’Assessore regionale Maurizio Croce che rappresenta Sicilia Futura. Voglio ricordare quanto fatto per l’intera Regione Siciliana da un assessore-tecnico di comprovata esperienza come Croce, in grado di spogliarsi di ogni appartenenza territoriale risultando così capace di rispondere alle reali esigenze delle comunità che in Sicilia hanno sofferto e continuano a patire per i guasti prodotti negli anni dal dissesto idrogeologico. Le morti dei messinesi legate alle alluvioni degli anni passati rappresentano ancora una ferita aperta ed i non meno traumatici nubifragi che hanno colpito ultimamente i versanti tirrenici ed jonici della nostra provincia, trovano con il Patto per la Sicilia solo un parziale ristoro ma questo non può essere considerato un tributo economico conclusivo poiché proprio da questo Governo nazionale, che si sta impegnando per fare ripartire il Sud d’Italia, ci aspettiamo il completamento di tutti quei lavori che serviranno a rendere sicuro ed attraente, per seri investimenti produttivi, la nostra terra.”

Ecco quindi i progetti più importanti inseriti nel “Patto per la Sicilia” che oggi Renzi siglerà ad Agrigento: 4,5 milioni per l’erosione costiera tra Santa Margherita e Galati; 3,5 milioni per il litorale Mezzana-Tono; 3,5 milioni per il torrente Bordonaro; 1,5 milioni per la strada di collegamento Mili San Pietro-Mili San Marco. E poi, in provincia: 8,5 milioni per Capo Skino a Gioiosa Marea; 6,5 milioni per le saie di Barcellona; 5 milioni per il lungomare Cristoforo Colombo a Villafranca Tirrena; 2,7 milioni per il costone Rocca Castello a Novara di Sicilia; 1,9 milioni per via Benedetto Croce a Novara centro; 1 milione per contrada Tracoccia a Valdina; 4,2 milioni per Scarcelli (una delle aree alluvionate) a Saponara; 2,5 milioni per il costone roccioso del Castello di Milazzo; 1,3 milioni per contrada Pirrera a Sinagra; ben 18 milioni per l’erosione costiera di Patti; 4,6 milioni per quella di Torregrotta; e un totale di 20 milioni per vari torrenti (Pagliara, Savoca, Sirina, Fitalia, Zappulla, San Filippo di Letojanni, San Giovanni di Giardini, torrente del Mela).

R.Br.