Marsilio punta su Macha e Roth per il lancio della nuova collana di grandi classici dimenticati

Marsilio punta su Macha e Roth per il lancio della nuova collana di grandi classici dimenticati

francesco musolino

Marsilio punta su Macha e Roth per il lancio della nuova collana di grandi classici dimenticati

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mercoledì 17 Aprile 2013 - 14:48

I primi due titoli proposti sono Karel H. Mácha, Maggio (a cura di Annalisa Cosentino, traduzione di Alessandro Mura) e Joseph Roth, Hotel Savoy (a cura di Marco Rispoli).

La Letteratura universale Marsilio si arricchisce di una nuova serie: nasce la collana di classici centroeuropei Gli Anemoni.

Al centro dell’Europa esiste una tradizione culturale ricchissima, determinata nei secoli dalla contiguità e dalla commistione di impulsi e lingue differenti, talvolta in conflitto, più spesso in pacifica convivenza o in produttiva concorrenza. Gli Anemoni sono libri tradotti in italiano da varie lingue: appartengono infatti a un’area vasta e complessa, ma allo stesso tempo ben articolata e delimitata, dove fin dal Medioevo si incontrano e si scontrano gli aspetti contigui e talora sovrapposti di un patrimonio letterario che si esprime in tedesco, ceco, polacco, yiddish, ungherese, romeno e così via.

In traduzioni nuove e accurate, e sulla base di edizioni critiche affidabili e rigorose, la collana offrirà così testi fondamentali per il canone letterario, strumenti essenziali per la formazione universitaria, sia nell’ambito proprio delle singole discipline che in quello, sempre più importante, della interculturalità. Introduzione e apparati critici, curati da specialisti della materia e scritti in un linguaggio scorrevole, muovono da un approccio didattico concepito per rendere accessibili le opere e permetterne agevolmente lo studio, in primo luogo in una prospettiva storico-culturale.

La collana Gli Anemoni è diretta da Annalisa Cosentino e Luigi Reitani.

Joseph Roth – Hotel Savoy

a cura di Marco Rispoli

con testo a fronte

Letteratura universale, pp. 328, € 19,00

Giunto alle soglie del mondo occidentale, dopo aver vagato come reduce nella Russia della rivoluzione, Gabriel Dan soggiorna in un albergo dove si incrociano le travagliate vite di uomini e donne naufraghi del loro tempo, uniti dal comune desiderio di riprendere il proprio cammino e di ritrovare una casa. Metafora di una condizione di universale precarietà, segnata dall’assenza di Dio, l’Hotel Savoy è così un microcosmo esemplare, un caleidoscopio in cui si rimescolano continuamente i variopinti frammenti dell’esistenza: tragici, grotteschi, festosi. In quest’epica del non-ritorno, permeata da un’acutissima nostalgia, l’eroe del romanzo imparerà a leggere negli altri e in se stesso.

Apparso per la prima volta nel 1924, questo romanzo, ormai considerato un classico della letteratura, è la seconda prova narrativa di Joseph Roth e segna il suo approdo a una piena maturità stilistica.

Karel H. Mácha – Maggio

a cura di Annalisa Cosentino

traduzione di Alessandra Mura

con testo a fronte

Letteratura universale, pp. 116, € 12,00

Maggio (1836) è il poema più celebre e più celebrato, il più stampato e il più studiato nella letteratura ceca, della cui tradizione poetica è insieme frutto, radice e linfa. Vi si riflettono e rifrangono numerose suggestioni, dall’attrazione barocca per la morte e il nulla alla passione romantica per la creazione simbolica, il tutto distillato in versi affascinanti, musicali e coinvolgenti, densi e precisi.

Il triste epilogo della storia d’amore di Jarmila e Vilém, con lei suicida e lui condannato a morte per aver assassinato il proprio padre, il seduttore della fanciulla amata, viene raccontato con brillante sensibilità metaforica, arricchita dalla meditazione filosofica sul tema della caducità dell’esistenza.

La natura è colta nel pieno della primavera, non conosce né alba né declino; la sua indifferenza di fronte alla sofferenza umana è tuttavia pacata, quasi lenisce il tormento delle emozioni, non è affatto soverchiante, né trova accenti dolorosamente leopardiani: si riscatta nell’innocenza della stagione primaverile, senza conoscere declino, laddove l’uomo, invece, fragile e dissipatore, infrange le regole e la vita.

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