E’ stato un regolamento di conti: Perdichizzi personaggio scomodo ed in ascesa

Era un emergente, un ambizioso che voleva imporsi a tutti i costi.
Probabilmente voleva mettersi in proprio, scalando le gerarchie della criminalità barcellonese. E per fare questo non è escluso che avrebbe infranto le regole del gioco infastidendo i boss locali. Su questo scenario sono al lavoro gli inquirenti per far luce sull’omicidio del 41enne Giovanni Perdichizzi. L’uomo è stato freddato ieri sera a Barcellona con due fucilate che non gli hanno lasciato scampo. Un’esecuzione che lascia pochi dubbi sulla matrice mafiosa. Sia le modalità che l’arma utilizzata, un fucile a canne mozze rappresentano una sorta di firma di Cosa Nostra. Perdichizzi era all’interno del bar Jolly in piazza Sant’Antonino. Era vicino al bancone quando nel bar ha fatto irruzione un killer con il volto coperto da casco da motociclista. Il sicario gli ha esploso una prima fucilata alla schiena e quando Perdichizzi è crollato per terra gli ha sparato una seconda volta alla nuca. Il killer ha poi raggiunto in strada un complice che lo attendeva in sella ad una motocicletta. L’omicidio è stato messo a segno alle 19,30. Nel bar non c’erano clienti ma nella zona c’era tanta gente a quell’ora. Molte famiglie che visitavano un presepe allestito in un vicino convento. Nessuno però ha visto nulla. Le indagini si presentano pertanto complicate, considerando anche la poca collaborazione della gente. Stamattina in Procura si è svolto un vertice coordinato dal sostituto procuratore della DDA, Giuseppe Verzera alla presenza degli investigatori che stanno svolgendo le indagini. Per il momento Polizia e Carabinieri continuano ad eseguire perquisizioni in casa di pregiudicati barcellonesi e a sentir decine di persone, dal titolare del bar in cui è avvenuto l’agguato a diversi abitanti del quartiere. Sono stati eseguiti diversi stub l’esame che accerta la presenza di residui di polvere da sparo sugli abiti e sulla pelle. Sul movente gli inquirenti hanno già un’idea precisa. Perdichizzi era un personaggio emergente negli ambienti della criminalità organizzata locale. Infatti l’anno scorso era stato arrestato nell’operazione “Mustra” che aveva portato in carcere diverse persone in ascesa negli ambienti di Cosa Nostra barcellonese. Due anni fa era stato arrestato e poi scagionato dall’accusa di essere il mandante dell’attentato al gruppo Bonina. In quell’occasione l’esecutore materiale, Santo Alesci, esplose diversi colpi di pistola contro l’auto del direttore commerciale dell’azienda.