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Omocisteina e rischio cardiovascolare

Da alcuni anni si sente sempre più parlare di iperomocisteinemia, acido folico, mutazioni genetiche predisponenti alla trombofilia ecc.. Se ne sente parlare ovunque anche se si tratta di argomenti abbastanza complessi ma che sono ormai alla portata di tutti.

Ma riscontrare elevati valori di omocisteina nel sangue è davvero una cosa da non sottovalutare oppure una “moda” del momento? Lo domandiamo al dott. Frank Coppolino, cardiologo Direttore Scientifico della Clinica Carmona.

Cercherò di spiegare in maniera semplice alcuni processi biologici affinché si possano comprendere i meccanismi e nello stesso tempo l’importanza di condurre un’alimentazione equilibrata e delle corrette abitudini di vita.

L’omocisteina è un aminoacido che deriva dalla trasformazione della metionina che è un altro aminoacido, fondamentale per la costruzione delle proteine, contenuto principalmente in alimenti proteici di origine animale come latte, uova, carne, formaggi

La produzione dell’omocisteina dunque è una cosa normale, fisiologica. Nelle persone sane, grazie alle vitamine B12 , B6 ed acido folico l’omocisteina viene trasformata nuovamente in metionina oppure in un altro aminoacido altrettanto importante che è la cisteina. Queste vitamine devono essere introdotte a loro volta in quantità sufficiente con l’alimentazione e sono contenute principalmente nei vegetali (soprattutto crudi), frutta, fagioli, tuorlo d’uovo.

Il problema pertanto nasce quando l’omocisteina si accumula poichè si è visto che può diventare un fattore di irritazione per le pareti dei vasi che possono dunque essere più vulnerabili e provocare trombosi e aterosclerosi e pertanto infarto, ictus , trombosi venose ecc.. Negli ultimi anni l’iperomocisteinemia è stata anche correlata all’insorgenza di altre condizioni patologiche come l’ Alzheimer e la fragilità ossea

Oltre ad una dieta povera delle vitamine a cui ho accennato nonché ad un eventuale loro malassorbimento dovuto a problemi intestinali, diversi fattori possono aumentare la quantità di omocisteina nel sangue come fumo, alcol , inattività fisica, l’età ma può esserci anche una predisposizione genetica, ahimè non infrequente

Due enzimi tra cui l’ormai noto e blasonato Mthfr trasformano riducendo la quantità di omocisteina e se questi enzimi mancano o non agiscono correttamente i suoi livelli si mantengono elevati

Negli ultimi anni si sente sempre più parlare di rischio trombotico e indagine genetica Mthfr; la mutazione di questo gene interesserebbe oltre il 40% della popolazione nella forma eterozigote (uno dei genitori ha dato il gene corretto, con le giuste istruzioni, l’altro invece mutato) e nel 20% dei casi nella forma omozigote (entrambi i genitori hanno trasferito geni mutati)

La mutazione, in base alla gravità, può ridurre l’attività dell’enzima con conseguente aumento dell’omocisteina e riduzione di acido folico.

In questi casi si rende necessaria l’integrazione di queste vitamine con dei supplementi ormai molto, forse anche troppo pubblicizzati ed enfatizzati.

I disturbi che possono insorgere dalla carenza di B12 e ac folico sono aspecifici potendo includere dalla diarrea alle vertigini al senso di affaticamento , inappetenza , parestesie ecc..

A conclusione di quanto illustrato relativamente all’iperomocisteinemia voglio fare una raccomandazione a tutti i lettori che è la stessa riflessione che faccio a coloro che chiedono un mio consulto specialistico in ambulatorio ed ai pazienti che ricoveriamo nel reparto di Cardiologia alla Clinica Carmona: prima di imbarcarsi in pensieri, paure e spese economiche ognuno di noi dovrebbe fare un esame di coscienza sforzandosi di allontanare il più possibile il “cibo spazzatura” combattendo contestualmente il sovrappeso che genera malattie metaboliche molto più gravi dell’iperomocisteinemia, ipertensione, apnee ostruttive del sonno ecc…, abolire il fumo, l’eccesso di alcoolici (pratica sempre più diffusa anche tra i giovanissimi), consumare alimenti ricchi di fibre e verdura, il pesce azzurro e svolgere una moderata attività fisica possibilmente all’aria aperta. Fatto tutto questo allora possiamo “rifinire” il nostro stato di salute andando a ricercare eventuali accumuli di omocisteina

Redazionale a cura del Dott. Frank Coppolino Direttore Scientifico della Casa di Cura Carmona.

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