Il caso dei due surfisti nel lago di Faro: l’opinione pubblica si divide. E in Europa…

Lo scorso weekend due ignoti messinesi hanno indubbiamente risvegliato l'opinione pubblica: muniti di tuta e tavole da surf, infatti, aperte le loro vele hanno cominciato a muoversi all'interno del Lago di Faro, sotto l'attenzione dei presenti. Diverse le segnalazioni dei cittadini e, allertata la polizia provinciale, sono cominciate le ricerche degli atleti.

I social si sono quindi spaccati a metà tra chi considera i ragazzi dei maleducati che, in barba alla riserva, hanno invaso lo spazio, e chi quasi li guarda come "pionieri". In Francia, nei laghi del Verdon, da anni è possibile praticare sport acquatici. In Austria, addirittura, nei periodi più freddi ci si può anche pattinare sopra. Non andando troppo lontano, sul lago di Garda, viene lasciata carta bianca agli avventurieri.

Il lago è da tempo pieno di rifiuti, spesso attraversato "violentemente" dalle barche a motore dei coltivatori di cozze e, inoltre, quando l'acqua, per piogge varie, invade la strada, lascia una scia di cattivo odore e melma che, spesso, ha rivelato la presenza di topi e scarichi fognari nella stessa zona interessata dal caso. Il Windsurf, come sostengono alcuni, è a quanto pare l'ultimo dei problemi, anzi, mettendoci un po' di testa, potrebbe anche diventare un punto di rivalsa per il turismo (sportivo e non) e portare degli introiti al Comune di Messina. In Francia, infatti, gli incassi di queste attrazioni naturali finiscono per il 30% alla riserva per il 70% all'amministrazione di riferimento, ed in Austria rispettivamente per il 45% ed il 55%.

Cosa ha quindi scatenato il linciaggio nei confronti dei due surfisti? Principalmente il fatto che siano entrati nel territorio della riserva, studiato anche da ricercatori esteri ed italiani. Ma, anche in questo caso, si potrebbe rispondere con una domanda più che valida: se le aree della stessa riserva sono, per competenze, divise, non potrebbero essere divisi anche i loro scopi? E' questa la principale questione sollevata dai fatti ed alcuni cittadini hanno deciso di provare a non mollare la scia "positiva" lasciata dai due ragazzi: Domenica, a partire dalle 11, in tanti, sportivi e curiosi, si riuniranno (lato Mortelle) al Lago per montare le vele da Windsurf e scattare alcune foto e mostrare solidarietà a chi, in fondo, ha mostrato una faccia differente della zona.

Claudio Panebianco