Saracinesche alzate il 25 aprile e l’1 Maggio: Sel lancia lo “sciopero dello shopping”, la Cgil annuncia lo sciopero

Il Tar ha disposto l’apertura facoltativa gli esercizi commerciali anche nei giorni 25 aprile e 1 maggio . Il Tribunale ammnistrativo ha infatti sospeso la sospensione l’efficacia dell’ordinanza dell’assessore al commercio, Giuseppe Puglisi, che regolamentava le aperture in deroga, nelle giornate domenicali e festive, degli esercizi commerciali dal primo aprile al 30 settembre 2012. Pertanto, gli esercizi commerciali operanti sia nel settore alimentare che non alimentare, avranno la facoltà di rimanere aperti, tutte le domeniche e i festivi, comprese le giornate per le quali era stato disposto l’obbligo di chiusura. Sulla decisione del tar polemizza il coordinatore di Sinistra ecologia e libertà, Daniele Ialacqua.
«I lavoratori – si legge in un comunicato – verranno costretti ad andare a lavoro nella festa a loro dedicata; i piccoli commercianti, costretti all’apertura per far fronte alla concorrenza impari dei grandi centri commerciali; gli stessi cittadini, “invogliati” a fare shopping rinunciando ad una giornata che andrebbe dedicata a se stessi, alla famiglia, al tempo libero, ad attività sociali, al ricordo ed alla celebrazione collettiva». Sinistra Ecologia e Libertà, ribadendo la propria contrarietà all’apertura dei negozi non soltanto il 1° Maggio, ma anche il 25 aprile ed in occasione di tutte quelle feste fortemente legate a tradizioni laiche e religiose e dall’alto valore simbolico, invita i cittadini a non effettuare acquisti il 25 aprile ed il 1° maggio. «Non si può – scrive ancora Ialacqua – mercificare ogni momento della nostra vita».
Sinistra ecologia e libertà organizzerà a ridosso delle suddette feste volantinaggi e momenti di confronto e di protesta per richiamare l’attenzione dei cittadini e dei commercianti su tale questione.

Intanto contro l’apertura dei negozi anche nei giorni festivi, interviene la Filcams Cgil, che per domani e per l’1 maggio indice due giorni di sciopero, con appuntamento nei pressi dell COIN alle dieci : “Riteniamo- spiega Carmelo Garufi, segretario generale della Filcams di Messina- che il costo sociale per i lavoratori del commercio che già hanno condizioni e orari di lavoro complessi sia sproporzionato al beneficio che potrebbe derivarne all’economia in generale. Fermo restando che riteniamo malsana questa idea che tutto, qualunque diritto, sia sacrificabile sul piatto del libero mercato”.
La Filcams ricorda come recentemente anche Mons. Bregantini, presidnete della Commissione lavoro della CEI, abbia duramente criticato le liberalizzazioni delle aperture domenicali e festive – art. 31 decreto “salvaitalia”- , osservando come “Non ci guadagna nessuno, tutti ci perdono.La domenica non è per le spese, ma è per le relazioni fraterne, familiari e sociali”.