Truffe alle assicurazioni: 16 provvedimenti a Barcellona, coinvolti 4 medici e 2 avvocati

Un’organizzazione, della quale facevano parte anche medici ed avvocati, per inscenare falsi incidenti e riscuotere i premi delle assicurazioni. In tre anni, con questo sistema, avrebbero truffato alle compagnie qualcosa come un milione e mezzo di euro. Un danno grave che ha comportato prima l’aumento delle tariffe e poi addirittura la chiusura di alcune agenzie che hanno preferito lasciare il territorio di Barcellona. Grazie alle indagini dei Carabinieri, coordinate dalla Procura della Repubblica di Barcellona, sono stati accertati 33 falsi incidenti stradali. Stamane all’alba i Militari dell’Arma hanno notificato sedici misure cautelari. Quattro le persone finite agli arresti domiciliari per rispondere di associazione a delinquere finalizzata alle truffe alle assicurazioni. Si tratta dell’avvocato Antonino Carlo Zarcone, 33 anni di Barcellona e del bracciante di Mazzarrà Sant’Andrea Filippo Reale, 43 anni, indicati dai Carabinieri come le menti del gruppo. Domiciliari anche per i medici Bernardino Salamone, 45 anni e Giuseppe Milone, 52 anni di Barcellona, residenti rispettivamente a Castroreale e Milazzo. A tre persone è stato notificato il divieto temporaneo ad esercitare l’attività professionale. Il provvedimento ha raggiunto i medici Claudio Aliberti, 34 anni e Domenico Giunta, 52 anni e l’avvocato Anna Maria Coppolino, 42 anni, tutti di Barcellona. Obbligo di dimora, invece, per Giovanni D’Angelo (33enne di Barcellona), Elisabetta Sidoti (43enne di Barcellona), Anna Maria Campanella (42enne di Terme Vigliatore), Antonino Bisognano (29enne di Mazzarrà Sant’Andrea) e Filippo Iannello (57enne di Barcellona).
Altri quattro soggetti, 3 di Barcellona ed uno di Tortorici, hanno ricevuto un provvedimento che li sottopone all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Le indagini partirono nel 2009, dopo le prime denunce da parte delle compagnie che vedevano moltiplicare gli incidenti stradali. Intercettazioni telefoniche ed ambientali e riprese video hanno consentito di iscrivere nel registro degli indagati oltre duecento persone. Decisiva la telecamera nascosta nello studio dell’avvocato Carlo Antonino Zarcone ma anche le intercettazioni compiute ai danni di altri legali che hanno consentito agli investigatori di scoprire decine di frodi, la più consistente delle quali ha fruttato ai truffatori 46mila euro.
Il sistema utilizzato dall’organizzazione era sempre lo stesso. Si denunciavano falsi incidenti e poi, grazie a medici compiacenti, venivano effettuate diagnosi e prognosi di favore. Inutile anche il tentativo delle compagnie di sottoporre le vittime degli incidenti a visita medica. Alla fine si instaurava un contenzioso che si concludeva in via stragiudiziale. Al denunciante veniva così corrisposto un indennizzo minore rispetto a quello richiesto ma erano quasi sempre le assicurazioni a pagare. Se invece si arrivava davanti ai Giudici di Pace l’organizzazione si preoccupava di scovare falsi testimoni che si presentavano in aula a raccontare la verità richiesta dai capi dell’associazione. L’iter si concludeva con la consegna dell’assegno da parte delle compagnie. In questo caso erano Reale e Zarcone che accompagnavano i soggetti in banca per riscuotere il denaro. E così in tempo reale riscuotevano la parte loro spettante.