Assenteismo al Comune di Milazzo, 59 dipendenti nei guai: ecco il sistema dei “furbetti” IL VIDEO

Sono ben 59 i dipendenti comunali finiti nel mirino della maxi operazione Libera Uscita della Guardia di Finanza di Milazzo, scattata stamani all'alba. Un'inchiesta a vasta scala, quella portata avanti dalle Fiamme Gialle sotto il coordinamento del Procuratore di Barcellona Emanuele Crescenti e dei Sostituti Federica Paiola e Rita Barbieri, che ha acceso i fari sul sistema dell'assenteismo al Comune mamertino. Per mesi, le telecamere posizionate nelle aule del palazzo di via Crispi hanno ripreso nei dettagli il modus operandi dei "furbetti" e dei falsi timbratori di cartellino. Una truffa che coinvolge gran parte dei dipendenti dell'ente comunale, circa il 30%, immortalati nel loro anomalo andirivieni, nelle loro ripetute irregolarità ed assenze che, nel corso del 2014, si erano verificate più e più volte. Più di 1000 le ore di mancanza ingiustificata scoperte dai finanzieri, con un sistema che, ormai, risultava ben collaudato tra i vari gruppetti.

COME FUNZIONAVA. Le telecamere posizionate nell'ingresso del Palazzo comunale hanno ripreso, nei dettagli, il modus operandi dei 59 dipendenti assenteisti. A piccoli gruppi, i "furbetti" si mettevano d'accordo affinché vi fosse sempre uno pronto a timbrare il badge di tutti, mentre gli altri si dedicavano comodamente ai loro affari. E così, c'era chi arrivava in ritardo in barba alle regole, chi se ne andava via prima senza preoccuparsi, chi se ne andava al bar invece di lavorare, chi faceva shopping. C'era persino quello più "furbo" che, invece di lavorare, se ne andava in un centro di terapia per farsi fare dei massaggi. Eclatante anche il caso del dipendente che, invece di star seduto, andava ad allenare una squadra sportiva.

LA TRUFFA. Attraverso il sistema del timbro del badge "uno per tutti", i 59 dipendenti comunali truffavano lo Stato continuando a percepire tranquillamente il loro stipendio. Ma non solo, poiché le loro continue assenze procuravano disagi anche ai cittadini, rallentando la già impacciata macchina burocratica. L'accusa, per tutti loro, è di truffa aggravata ai danni dello Stato. A firmare i provvedimenti di obbligo di firma è stato il Giudice per le Indagini Preliminari, Fabio Gugliotta. Nell'inchiesta compaiono anche i nomi di altri 16 indagati. In base alle recenti normative, l'amministrazione comunale potrebbe provvedere anche a sanzioni disciplinari che comporterebbero il licenziamento, oltre al risarcimento sia economico (dato dal danno erariale) sua d'immagine.

DICHIARAZIONI. "Un'operazione importante, per il numero dei dipendenti coinvolti, nata grazie ad un'indagine avviata dalla Compagnia dei Finanzieri di Milazzo", ha commentato il Colonnello Claudio Bolognese nel corso di una conferenza stampa organizzata al Comando Provinciale per spiegare i dettagli dell'Operazione Libera Uscita. "Le videocamere installate – ha continuato Bolognese – sono rimaste accese a riprendere ogni irregolarità nel mesi di novembre e dicembre del 2014. Poi gli accertamenti sono proseguiti in tutto il 2015". Un'inchiesta che conferma la "presenza dello Stato e il costante monitoraggio delle Istituzioni" ha poi rimarcato il Procuratore di Barcellona Emanuele Crescenti, confermando la presenza di altri 16 indagati. (Veronica Crocitti)