Ora l’interrogatorio di David. I suoi legali: “Non è accusato di mafia”

Sono cominciati gli interrogatori delle trentacinque persone coinvolte nel blitz Matassa della Squadra Mobile. Il GIP Maria Teresa Arena, che ha firmato i provvedimenti, oggi è in carcere per le persone rinchiuse a Gazzi. Altri saranno interrogati per rogatoria, poiché si trovavano già dietro le sbarre di altri carceri isolani e calabresi. Sabato tocca all’arrestato eccellente, il consigliere comunale Paolo David, che sarà difeso dagli avvocati Nino Favazzo ed Emilio Fragale.

“Ci corre l’obbligo precisare – dicono i legali – che al nostro assistito non vengono contestate condotte di voto di scambio politico-mafioso, come erroneamente riferito da alcune agenzie di stampa. La contestazione riguarda, invece, la esistenza di un presunto vincolo associativo semplice, finalizzato al voto di scambio e circoscritto alle campagne elettorali del 2012 e del 2013. A prescindere da ogni considerazione circa la configurabilità, già in astratto, della ipotesi di reato oggetto di contestazione, siamo certi che il nostro assistito sarà in grado di dimostrare la propria piena estraneità rispetto all’addebito che gli viene mosso".

Martedì sarà invece interrogato Giuseppe Capurro, ai domiciliari per concorso esterno in associazione mafiosa. "Il mio cliente, certamente amareggiato dalle pubblicazioni di stralci dell'ordinanza custodiale ma rispettoso del ruolo dei giornalisti – dichiara l’avvocato Nino Cacia, che ne cura la difesa insieme all'avvocato Daniela Agnello- è con fermezza intenzionato ad illustrare al Gipla trasparenza del proprio operato, nonché a documentare la penale irrilevanza delle proprie condotte. Nell'attesa dell'interrogatorio di garanzia, si auspica una maggiore sobrietà giornalistica, non fosse altro per la ragione che la pubblicazione parziale di stralci dell'ordinanza, ad avviso dello scrivente, non garantisce la completezza della informazione".

I due consiglieri sono finiti nei guai per il proselitismo elettorale, tra il 2012 e il 2013, nei quartieri di Camaro e Santa Lucia sopra Contesse, e i loro rapporti in quel periodo con per-sone di spicco dell’ambiente criminale. In particolare col boss Carmelo Ventura, tornato in libertà nel 2011 dopo oltre 20 anni di carcere, e impegnato in quel periodo ad aprire, sotto nome dei familiari, diverse attività economiche. E’ la riorganizzazione del clan Ventura e la sua ascesa a ruolo di garante della pax mafiosa tra clan locali il centro dell’inchiesta della Mobile, cominciata tre anni fa sotto il coordinamento del sostituto procuratore Diego Capece Minutolo, recentemente trasferito a Palermo, e i colleghi della Dda Liliana Todaro e Maria Pellegrino.

Alessandra Serio