Gli affari del clan Emanuello sui Nebrodi, due arresti anche a Capizzi

Sarebbero legati agli Emanuello, potente clan del centro Sicilia, e avrebbero gestito un giro di denaro grazie alle truffe ai danni dell'Agea, l'ente che gestisce fondi agricoli.

Loro sono i frateli Gabriele Giacomo Stanzù, 58 anni, di Capizzi, ed il fratello Nicola (40) anni, arrestati dopo gli accertamenti della Guardia di Finanza di Enna e della Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta.

Gabriele era già detenuto per un'altra inchiesta, Nicola è andato in carcere. Ai domiciliari la cognata Carlotta Conti Mammamica, nativa di Nicosia; Carlo d’Angelo di Valguarnera Caropepe; la moglie Nunzia Conti Mammamica, sorella di Carlotta.

LA centro dell'inchiesta c'è la figuta di Gabriele Giacomo, condannato in via definitiva per mafia alla fine del processo Dioniso e arrestato nel 2011 per l’omicidio di Francesco Saffila e condannato in via definitiva a 14 anni di reclusione per il delitto.

I pentiti lo indicano come contiguo alla malavita di Gela, in particolare a Daniele Emanuello, il boss ucciso nel 2007.

I finanzieri, analizzando il patrimonio di famiglia, hanno notato una serie di movimenti patrimoniali sospetti volti, secondo gli investigatori, a evitare i sequestri da un lato e, dall'altro, tramite prestanomi, ad acquisire i contributi comunitari.

E' cos' scattato il sequestro su terreni, fabbricati e altre disponibilà economiche per oltre 11 milioni di euro, operato dal Gico delle Fiamme Gialle e dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Enna di sequestrare beni per un valore superiore a 11 milioni di euro, consistente in terreni, fabbricati, autovetture e diversi conti correnti postali e bancari.