Condannati a 4 anni e mezzo per corruzione Umberto Bonanno, Pucci Fortino ed Antonino Ponzio

Sette condanne, un’assoluzione e tre prescrizioni decise stasera al termine dell’atteso processo di primo grado dell’operazione “Oro Grigio”. Alla sbarra presunti appartenenti ad un comitato di affari che, intervenendo sul piano regolatore, avrebbe effettuato una speculazione edilizia al complesso Green Park sul torrente Trapani. Complesso che fu sequestrato dalla magistratura a seguito delle indagini effettuate dalla Squadra Mobile. Dopo circa sette ore di camera di consiglio i giudici della Prima Sezione Penale del Tribunale hanno condannato a 4 anni e mezzo di reclusione, per corruzione, l’ex presidente del consiglio comunale di Messina, Umberto Bonanno, l’avvocato Giuseppe Fortino ed il funzionario comunale Antonino Ponzio. E sempre per corruzione sono stati condannati a due anni e mezzo di reclusione il costruttore barcellonese Giovanni Arlotta, i soci Giovanni e Santi Magazzù ed Antonino Smidile della Samm, una delle società immobiliari coinvolte nell’inchiesta giudiziaria. I giudici hanno assolto dai reati di associazione a delinquere e falso Bonanno, Fortino e Ponzio e da tutti i capi d’imputazione Salvatore Arlotta figlio del costruttore Giovanni.
Dichiarato il non doversi procedere per prescrizione per i funzionari regionali Rosa Anna Liggio, Giuseppe Giacalone e Cesare Antonino Capitti anche loro accusati del reato di falso.
Parecchie le provvisionali disposte dai giudici che gli imputati ed il Comune di Messina in solido dovranno pagare alle parti lese, in particolare acquirenti degli appartamenti al complesso Green Park. Anche al WWF, che si era costituito parte civile nel processo, dovranno essere corrisposti 40.000 euro.
L’inchiesta “Oro grigio” era stata avviata nel 2006 dal sostituto procuratore Angelo Cavallo. Grazie ad una enorme mole d’intercettazioni ambientali e telefoniche soprattutto a carico di Fortino, Bonanno e Ponzio gli investigatori misero assieme uno per uno i complessi tasselli della vicenda. Si scoprì che la concessione edilizia che il Comune di Messina aveva rilasciato per la edificazione del complesso Green Park era stata oleate negli uffici del Comune e della regione da mazzette che gli imprenditori avrebbero pagato al comitato composto da Fortino, Bonanno e Ponzio. Grazie alle loro pressioni sarebbero caduti tutti gli ostacoli che si presentavano nei vari uffici e perfino alcuni pareri contrari espressi negli uffici regionali. Secondo l’accusa una tangente, pagate in più dazioni, sarebbe finita nelle tasche di Fortino, Bonanno e Ponzio.