Dalla Campania alla Sicilia oltre 15mila tonnellate di rifiuti: a Mazzarrà Sant’Andrea si scaricava illegalmente

Un traffico illecito di oltre 15mila tonnellate di rifiuti, sull’asse Campania-Sicilia, con un giro di affari di oltre 1 milione e mezzo di euro. E’ enorme il bilancio della maxi operazione “Rifiuti Lontani” siglata dalla Tenenza di Barcellona su delega della Direzione Distrettuale Antimafia di Messina.

A finire nel calderone di questo mega giro di affari, accertato per i primi mesi del 2011, sono i rappresentanti legali di due società che gestiscono lo smaltimento dei rifiuti di Tufino e Giugliano (entrambi nel napoletano) e di un amministratore pro tempore della TirrenoAmbiente, la società che controllava la discarica di Mazzarrà Sant’Andrea.
I nomi sono: Umberto Vecchione e Vincendo D’Angelo, rappresentati delle società napoletane, e l’allora amministratore di TirrenoAmbiente, Francesco Cannone.

Le indagini, che si sono concluse con la richiesta di rinvio a giudizio per tutti e tre i soggetti, hanno fatto emergere che, proprio a pochi mesi di distanza dall’ondata di emergenza rifiuti che aveva travolto la Campania (settembre 2010), in Sicilia venivano portate tonnellate e tonnellate di immondizia illecitamente.

Questi rifiuti “campani”, infatti, non sarebbero potuti arrivare nella discarica di Mazzarrà Sant’Andrea poiché, come dimostrato dalle analisi effettuate dal Dipartimento A.r.p.a. provinciale, essi erano stati sottoposti soltanto ad operazioni di triturazione e vagliatura meccanica, e non a procedure di biostabilizzazione aerobica.

Soltanto questa avrebbe potuto consentire la stabilità biologica dei rifiuti e quindi lo stoccaggio a lungo termine

Appostamenti, accertamenti e dettagliate indagini hanno permesso ai finanzieri di appurare come dalla città di Napoli (in particolare da Tufino e Giugliano) arrivavano rifiuti solidi indifferenziati a Mazzarrà Sant’Andrea attraverso centinaia e centinaia di autocompattatori. Il tutto illegalmente.

In un episodio, i militari hanno contato quasi 900 tonnellate di rifiuti scaricati da 32 automezzi. In totale, gli autocompattatori finiti nella lente d’ingrandimento della DDA sono stati 600.

A livello normativo, i rappresentanti delle società avevano aggirato gli accordi delle Regioni Sicilia e Campania attribuendo un diverso “codice rifiuto” e facendo passare tutto come “lecito e normale”.
Per i tre uomini l’accusa è di traffico illecito di rifiuti. (Veronica Crocitti)