In principio fu l’Udc, corrente Naro. Ed il quartiere di Gravitelli, che resterà sempre il centro del suo bacino elettorale.
Emilia Barrile ha iniziato la carriera politica con l’Unione di centro, diventando consigliera della settima circoscrizione grazie ad un seguito elettorale che ha base proprio a Gravitelli, là dove si trovava anche il patronato. In quegli anni (fine anni ’90 inizi 2000) l’Udc aveva due leader politici alla guida di due correnti, D’Alia e Naro e la Barrile iniziò la carriera politica con il secondo.
All’ambizione di crescere politicamente unì anche la capacità di crearsi consenso nel territorio, attraverso il patronato e il disbrigo di pratiche ad una fascia di elettorato dei quartieri di periferia. Lei stessa, quando ad aprile si è candidata sindaco ha rivendicato l’essere una “figlia del popolo”.
Alle amministrative del dicembre 2005 viene confermata consigliere di circoscrizione. Eletta sempre con l’Udc lascia subito Naro per il centro sinistra di Francantonio Genovese che era appena stato eletto sindaco (dicembre 2005) e nel 2007 diventerà segretario regionale del Pd e della quale diventerà una fedelissima.
Con la mole di voti al seguito fa ingresso nel 2008 in Consiglio comunale facendo il salto dalla circoscrizione. Entra nel “cerchio magico” di Genovese e la cooperativa che a lei fa riferimento, Universo e ambiente (nei ruoli chiave ci sono suoi parenti e risultano assunte anche le due figlie per un breve periodo) ha sede in via Nicola Fabrizi n.13, là dove c’è lo studio di Cami e Genovese. Anche nell’atto costitutivo della coop risultano suoi parenti. Sin dal 2010 sia il Comune che l’Ato, l’Amam che alcuni enti di formazione stipulano contratti con Universo e Ambiente. Strada facendo entra in scena anche la seconda cooperativa che a lei fa riferimento, la Peloritana servizi che opera nel settore della ristorazione e gestione steward e parcheggi dello stadio San Filippo. In quegli anni viene anche assunta all'Unilav.
Alle amministrative del 2013 con oltre 2.500 voti la Barrile è la consigliera più votata e in un consesso a maggioranza genovesiana viene eletta presidente del consiglio comunale. La gestione dell’Aula durante il suo mandato è fortemente caratterizzata dal suo piglio decisionale (evidenziato nell’ordinanza della Procura), non le manca determinazione e soprattutto carisma e capacità di influenzare i consiglieri (sia del suo gruppo che dell’opposizione). In 5 anni riesce a crearsi un suo gruppo e a tenere salde le redini dell’Aula. Nel frattempo a lei iniziano a rivolgersi famiglie in graduatoria per l’alloggio popolare, operatori dei servizi sociali o delle cooperative che si occupano di cura del verde, pulizia, manutenzione. Dietro la porta della presidenza quotidianamente si formano file che sembrano quelle di una sala d’attesa di patronato. Contemporaneamente cresce il suo peso politico sia all’interno del partito che della coalizione.
Finisce sulla stampa nazionale per la telefonata ai vigili urbani quando la sua auto, posteggiata dal marito davanti al Palacultura in uno stallo per disabili, viene multata.
L’arresto e le inchieste corsi d’oro nel 2013 e 2014 non la coinvolgono ma il nome della cooperativa emerge più volte nelle udienze e nelle carte processuali.
Quando, nel dicembre 2015, finito il periodo degli arresti, Genovese transita dal Pd a Forza Italia portando con sé le truppe del consiglio comunale, lei è tra queste.
Guarda avanti, alle Regionali del 2017 e punta ad uno scranno all’Ars, forte del potere e del consenso elettorale acquisito.
Ma nell’estate dello scorso anno Genovese decide di candidare il figlio Luigi e dopo un lungo tira e molla Emilia Barrile fa un passo indietro, probabilmente guardando alle elezioni successive, le Politiche di marzo 2018.
In realtà la crescita politica ed elettorale della presidente del consiglio comunale aveva già provocato le prime alzate di scudi da parte di colleghi di partito che mal vedevano un suo rafforzamento. Luigi Genovese approda all’Ars con gli stessi voti che nel 2013 avevano fatto eleggere lo zio Franco Rinaldi e inizia la fase della campagna elettorale per le Politiche. Il rapporto tra Barrile e Genovese inizia però ad incrinarsi, una frattura che si fa più ampia con il passare dei mesi nel corso della predisposizione della lista di Forza Italia.
Per Genovese diventa difficile mettere i suoi candidati in lista ed a quel punto punta i piedi solo per Rinaldi e in subordine per l’uscente Maria Tindara Gullo. Anche stavolta Emilia Barrile è fuori dalla rosa.
L’ufficializzazione delle liste comporta la frattura definitiva tra Genovese e la Barrile che a fine gennaio si autosospende da Forza Italia e contesta il “cerchio magico” del quale non fa più parte. Sta però ancora alla porta in vista delle amministrative pensando all’ipotesi di una candidatura a sindaco, ma quando il centro destra punta sul professore Dino Bramanti divorzia definitivamente dal partito (il 16 aprile) scrivendo “non c’è più rispetto né dialogo”. In quelle settimane il candidato sindaco Bramanti aveva chiuso la porta ad un suo ruolo come vicesindaco sin dal primo turno. E’ così che matura la decisione della Barrile di candidarsi sindaco correndo da sola, con la lista Leali, in contrapposizione alla scelta del centro destra.
Il 10 giugno sfiora i 5 mila voti ma non scatta il seggio e resta fuori dal Consiglio comunale. Nelle due settimane verso il ballottaggio l’ex presidente del consiglio comunale si avvicina al deputato regionale di Forza Italia Tommaso Calderone (in realtà indiscrezioni danno l’avvicinamento anche prima), in chiave antigenovesiana. Calderone e la Barrile votano De Luca al ballottaggio. L’ex presidente del consiglio punta, in cambio di questo sostegno (e di alcuni tentativi di avvicinamento prima del 10 giugno) ad uno dei posti di sottogoverno, ma non ci sarà alcuna intesa ufficiale in tal senso. Dal tenore dei recenti comunicati stampa della Barrile e dalle nomine dei fedelissimi fatte dal sindaco De Luca per le partecipate si presume che le ipotesi di ingressi in giunta o in maggioranza del gruppo Barrile siano rimaste tali, solo ipotesi.
Vi sono però alcuni aspetti dell’ordinanza di oggi che meritano riflessioni “retroattive” proprio con riferimento alle amministrative di giugno.
I magistrati si soffermano sulla “figura carismatica e trainante” divenuta esponente di primo piano della politica messinese al punto da risultare la più votata nel 2013 e registrare da candidata sindaco in solitaria quasi 5 mila voti.
La Barrile, si legge nel provvedimento, “con il costante supporto del suo consigliore ARDIZZONE Marco – soggetto gravato da importanti precedenti giudiziari e di polizia, e nei primi anni 90 vicino al locale gruppo criminale dei “Mancuso”, egemone nel rione Gravitelli- avvalendosi dell’incarico politico ricoperto, interveniva con metodicità presso i competenti Uffici comunali o le Aziende partecipate perché alcune istanze avanzate da imprenditori venissero portate a buon fine, finalizzando tale condotta ad acquisire consenso anche in prospettiva elettorale, soprattutto attraverso poi la “distribuzione” o la promessa di posti di lavoro presso le imprese dei richiedenti il suo intervento. La precitata, inoltre, costituendo un “sistema” collaudato, si prodigava a risolvere problematiche burocratiche, estranee al suo mandato ma pur sempre abusando della sua influenza politica nell’apparato amministrativo della città, in favore di potenziali portatori di pacchetti di voti”.
L’ordinanza si sofferma poi su una gestione definita controversa del punto ristoro e dei parcheggi allo stadio nonché sul servizio di pulizie all’Amam affidato alla Universo e Ambiente “ a seguito di una presunta illecita assegnazione – e alle cui dipendenze è stato assunto con un ruolo di fatto significativo un elemento di spicco della criminalità organizzata, PULLIA Carmelo, soggetto gravato da vicende giudiziarie per gravi reati, organico al locale clan “Mancuso” e recentemente posto in libertà dopo una detenzione ventennale” concludendo che le due cooperative che alla Barrile fanno riferimento (nonché i patronati) “venivano utilizzati anch’essi come strumento per elargire occupazioni e posti di lavoro, con il fine ultimo di acquisire diffuso “consenso popolare”.
Considerazioni, queste dei magistrati, che aprono una finestra proprio sulle amministrative appena concluse. In campagna elettorale peraltro Emilia Barrile postò su facebook e fece un comunicato stampa pubblicando un buono benzina che,denunciò, testimoniava un vecchio e pessimo modo clientelare di fare politica.
Rosaria Brancato