Falsi incidenti stradali: oltre 100mila euro di incassi dalle assicurazioni, 52 i coinvolti

Simulavano falsi incidenti stradali per accaparrarsi gli alti risarcimenti delle assicurazioni, talvolta inventandosi sinistri di sana pianta, talvolta appoggiandosi a veri referti medici con la complicità di vittime che si “prestavano” al giochino, talvolta l’occasione era invece data da un infortunio in una partitella di calcio o in un furto andato a male che, magicamente, veniva poi tramutato in ferite da incidente su strada. E’ un’associazione a delinquere ben organizzata e attiva su tutto il territorio messinese quella sgominata stamani dai carabinieri dell’Arma e dalla Polizia Municipale.

Venti in tutto i soggetti raggiunti da ordinanza di custodia cautelare, mentre 52 risultano gli indagati in quella che è stata definita “Operazione Tris” proprio in riferimento alla moltiplicazione inspiegabile di incidenti identici (da uno vero, riuscivano a produrne almeno altri tre). Finisce direttamente in carcere Gaetano Molino, 41enne messinese, considerato la vera “mente” dell’intera associazione a delinquere che contava altri 8 soggetti finiti ai domiciliari. Si tratta di Mauro D’Angelo, 25 anni, Adriano D’Angelo, 24 anni, Antonina Lui, 69 anni, Giuseppe De Leo, 48 anni, Felicetta Smiraglia, 49 anni, Carmelo Muscolino, 24 anni, Maria Concetta Totaro, 44 anni, Elisa Di Lauro, 36 anni.

Sempre ai domiciliari, ma senza l’accusa di associazione a delinquere, finiscono Arcangelo Settimo, 34 anni, Alessandro Munaò, 41 anni, Giuseppe Gangemi, 25 anni residente a Cartaceto.

Obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria per Carmela Alaimo, 41 anni, Alessio Lanzafame, 27 anni, Antonino Cucinotta, pregiudicato di 24 anni, Paolo De Luca, 58 anni, Francesco Bonazinga, 42 anni, Davide Galletta, 37 anni, Umberto Di Blasi, 46 anni, Giovanni Ferrara, 22 anni.

L’indagine prese avvio nell’agosto del 2010 quando a finire nel mirino degli inquirenti fu l’incidente gravissimo di un giovane di appena 18 anni. Un incidente vero che però, nel giro di poco, si moltiplicò in altri due similari. In quell’occasione a finire in prognosi riservata fu un ragazzino vittima di un brutto sinistro che stava per costargli la vita. Secondo quanto poi accertato, una volta uscito dalla prognosi, il giovane sarebbe entrato in contatto con l’associazione di Molino “prestandosi” al giochino. Avrebbe così fornito i suoi veri referti medici affinché venissero utilizzati per la simulazione di altri due incidenti stradali, per cui la richiesta di risarcimento alle varie assicurazioni fu ovviamente altissima.

Da lì presero avvio diversi accertamenti. Nel giro di poco, lo stesso Gaetano Molino finì nel mirino di alcune indagini della sezione Infortunistica e, non appena ne venne a conoscenza, proprio per garantirsi l’impunità, non si fece alcuno scrupolo a minacciare di morte un Ispettore della Municipale. Proprio per tali intimidazioni, Molino fu arrestato nel novembre nel 2011.

Le indagini, coordinate dal Pm Antonio Carchietti, continuarono allora con ancor più vigore. Nel giro di tre anni, dall’agosto 2010 alla fine del 2013, gli inquirenti hanno passato a setaccio un centinaio di incidenti stradali, di cui 38 sono poi finiti nell’ordinanza firmata dal Gip Maria Teresa Arena. Da perquisizioni, accertamenti e attività tecnica, venne ben presto delineata la figura di un vero e proprio sodalizio criminale facente capo a Molino, attorno cui ruotavano tutti. Da chi si “prestava” a falso testimone a quei periti di officina che attestavano falsamente riparazioni auto mai avvenute, fino alla figura “professionale” di Antonina Lui, vero e proprio perito assicurativo su cui si poteva contare quando serviva la firma di documenti ufficiali.

Pur di ottenere i risarcimenti e gli indennizzi dalle varie assicurazioni, l’organizzazione si avvaleva di tutto, anche degli infortuni in partitelle di calcio. In un caso, infatti, è stato accertato come un minorenne avesse messo a disposizione i propri referti medici per una caduta durante una partita di calcio, utilizzati poi nella simulazione di incidenti stradali.

Caso similare, ma con modalità quasi “comiche”, quello messo in piedi da Arcangelo Settimo. Colto in flagranza una sera mentre tentava di rubare in un appartamento, il ragazzo tentò di fuggire dagli agenti attraverso un balcone, precipitando per due piani e riportando diverse ferite e fratture. Ricovero in ospedale, arresto e poi la trovata: utilizzare quei referti per mettere in piedi incidenti stradali e accaparrarsi i risarcimenti. Ci ha provato due volte, in una gli è andata benissimo considerando che è riuscito a mettersi in tasca 50mila euro. Per la seconda, invece, sono stati più veloci gli inquirenti che hanno bloccato il risarcimento ancor prima che il ladro potesse beneficiarne.

Tantissimi gli episodi passati in rassegna in questi tre anni, numerose le volte in cui l’attività della Polizia Municipale è riuscita a bloccare indebiti risarcimenti, per un totale di 200mila euro. Si aggirerebbero invece sui 100mila i soldi intascati dai soggetti coinvolti. “E’ un reato che non danneggia le Società Assicurative – ha affermato il Colonnello Stefano Spagnol – ma che danneggia tutti noi, poiché tutti questi falsi incidenti vanno poi ad incidere sui premi di assicurazione”.

L’indagine di oggi non si chiude con queste 20 misure cautelari eseguite ma “prosegue ancora per accertare la posizione di altri soggetti coinvolti”, ha infine dichiarato il Comandante della Polizia Municipale, Calogero Ferlisi. (Veronica Crocitti)