Barcellona, pesante intimidazione contro l’avvocato Tommaso Calderone

Un’intimidazione forte, un gesto inequivocabile. Qualcuno non ha gradito le forti condanne inflitte dal gup Salvatore Mastroeni contro boss ed affiliati delle famiglie mafiose barcellonesi nell’udienza preliminare delle storiche operazioni Pozzo e Gotha. E così poche ore dopo le decisioni del giudice qualcuno, nella notte tra il 31 ottobre e il 1. novembre ha sistemato una corda con tanto di cappio davanti all’ingresso dello studio di Barcellona dell’avvocato Tommaso Calderone. Il penalista, non a caso, difende molti imputati nelle operazioni Pozzo e Gotha ed è uno degli avvocati più affermati della città del Longano. Calderone, dopo aver fatto la scoperta ha subito avvertito i Carabinieri e del caso è stato investito anche il procuratore capo di Barcellona Salvatore De Luca. Della vicenda si occuperà anche la Direzione distrettuale antimafia di Messina che ha coordinato le indagini delle due importantissime operazioni antimafia.

Intanto il Movimento “Città Aperta” esprime viva soddisfazione per i primi esiti dell’operazione Gotha-Pozzo 2 che ha visto coinvolti i vertici della mafia barcellonese, e fortemente impegnate sia la Magistratura che le Forze dell’ordine, con condanne complessive per 170 anni di reclusione, confische di beni e risarcimenti danni disposti a favore dei Comuni di Mazzarrà S. Andrea e Barcellona Pozzo di Gotto: “Tali risultati rappresentano un ulteriore forte passo avanti nel percorso volto a restituire alla cittadinanza la fiducia nelle istituzioni, ed elemento necessario e ineludibile affinché tutti i cittadini onesti si sentano meno soli nelle battaglie quotidiane contro le illegalità, piccole o grandi che siano”.