“Caso” Teatro Vittorio Emanuele: che sia iniziata la campagna elettorale?

Cari cittadini messinesi,
il Paese è in affanno, le famiglie non arrivano alla terza settimana, i piccoli imprenditori si suicidano, l’Italia è a crescita sotto zero, e cosa fa il Cda del teatro Vittorio Emanuele di Messina? Si ribella, con un’azione eclatante e provocatoria, finalizzata a “épater le bourgeois”, qual è quella di bloccare sino alla fine di quest’anno l’attività di musica e prosa, sol perché la Regione siciliana ha portato a 5.500 milioni il tradizionale contributo annuale, con una decisione UNANIME presa dalla Commissione Bilancio. Una regressione infantile insieme ad una fluente coda di paglia si è impossessata di spiriti eletti, quali quello di Paolo Magaudda, sovrintendente “a vita” del V.E. e del suo sodale politico, il presidente Luciano Ordile. Pestano i piedi e rivogliono a forza il contributo di sempre. Eppure la Regione l’anno scorso aveva chiesto un taglio delle consulenze appunto perché si preannunciavano tempi amari. Ma loro non se ne sono curati. Eppure si è appreso dalle martellanti cronache dei media che, sempre la Regione, a causa della devastante crisi economico-finanziaria europea, ha visto decurtati di tre miliardi di euro i trasferimenti dalle casse statali. Ma l’azione dimostrativa del Cda del teatro ha trovato appassionati supporter su Facebook, uno fra tutti Fabio Mazzeo, bravo giornalista con ambizioni politiche, che si lancia in una ardente filippica sull’altare dell’Arte, della Bellezza, della Cultura. Ci chiediamo con velenosa curiosità: che sia iniziata la campagna elettorale sia per Mazzeo sia per la triade Ordile-Magaudda-Ardizzone e i loro epigoni?

Adele Fortino